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profitto anche in quest’ anno dagli sbocchi che si schiu-
devano per altri viaggi; perö (specialmente da quelli per
le Indie e per 1’ Inghilterra) se non ottenne vantaggi
diretti, pote, ad ogni modo, compiacersi di aver giovato
agli scambi commerciali austro-ungheresi.
Non si puö negare perö, che lo svolgimento del com-
rnercio e della navigazione del regno d’ Italia abbia no-
ciuto al Lloyd. Ad esempio, il graduale miglioramento di
Venezia, e, per altri riguardi, la felice postura di Brin
disi e gli scambi che attira le furono di danno.
Duole soltanto avverlire. che gli Italiani dell’ Adria-
lico hanno ben poco meritato in questo risveglio di vita
commerciale che si manifesta nei loro porti; perocche
fino ad ora lo debbono ascrivere piü ai doni della na
tura, che alla volontä e alla cooperazione dell’ inizia-
rnento privato e dello spirito di associazione. E se Vene
zia da timore a Trieste non e pelle istituzioni locali o
nazionali, ma pella compagnia inglese che il governo
italiano ha sovvenzionato nell’Adriatico, cioe la Oriental
and Peninsular Company;la quäle, dopo avere iniziata la
linea Alessandria-Brindisi, attirö a se il transito dei pas-
seggieri inglesi per le Indie, e quando prolungö le sue
corse fino a Venezia (1) accrebbe vieppiü la propria im-
portanza internazionale, scemando quella del Lloyd e
di Trieste, che manca delle comunicazioni ferroviarie
piü necessarie coi centri maggiori del continente.
Oltre a questi, altri fatti danneggiano il Lloyd : per
es., la ferrovia che da Odessa conduce nell’ interno gli
indachi, i cotoni, i tabacchi, che erano abituati a prendere
(1) Linea di Venezia, Ancona, Brindisi ed Alessandria, con pro-
secuzione per Suez, Indie Orientali, China, Giappone ed Australia.