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genza dei mari che si attraversano e delle merci che si
trasporlano.
E cosa equa il dichiarare che il Lloyd (anche nella
sua presente condizione) e compreso dell’ urgenza di
queste trasformazioni; e di fatto cancellö dalla lista della
propria flotta i piroscafi Bombay e Calcutta, come con-
dannati perche non rispondono piü alle esigenze della
giornata.
Nel 1870 fu finita la coslruzione del Trieste, del
Milano (linea di Venezia) e deH’Im, la cui macchina fu
la prima costruita nell’ arsenale del Lloyd e fece ottima
prova nel viaggio pelle Indie: si costruirono la Flora,
la Galathea e il Memfi ; a prezzi convenienti fu acqui-
stato 1’ Emo, che si riputö utile per le linee secondarie.
Ma (come lo diceva il direttore commerciale nell’ul-
timo congresso) questa flotta non basta al Lloyd : « ed
esso fece conoscere in luogo competente come, in faccia
alle ognor piü minacciose concorrenze, urga apparec-
chiare mezzi potenti per la lotta, aumentando il numero
dei piroscafi, nonche la loro grandezza, cd istituire nuove
linee transatlantiche. »
E tali parole ahbiamo integralmente riferite, accioc-
che ne facciano pro coloro che si lusingano ancora in
Italia di potersi slanciare, con mezzi disadatti, nelle
grandi linee di navigazione, con vecchi battelli a vapore,
acquistati ciecamente o a vilissimo prezzo, perche rifiu-
tati dalle marine estere. L’ Italia, la quäle (fatte le debite
ed onorevoli eccezioni) difetta ancora di una vera ma-
rina mercantile, deve apparecchiarsi a sopportare, non
solo la lotta che (sopra i suoi stessi mari e nelle lontane
regioni dell’Indo-Cina) le fanno giä le societä di naviga
zione costituite e superbe del proprio naviglio, ma quella