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giori agevolezze nei trasporti (1) e dalle frequenti occa-
sioni di facili scambi internazionali, e certo che in breve
tratto di tempo questa industria diverrd una fonte co-
piosa della ricchezza nazionale.
Urge perö che i capitali avvivino 1’ industria, che
si costituiscano le grandi societä, e perö non venga meno
1’ opera dei rainori e piü modesti consorzi.
§ 2.
Difßcoltä di redigere una statistica della pesca.
I dati che pubblicheremo intorno alla pesca in Italia
sono desunti da documenti abbastanza veridici ed auten-
tici, perche vi si possa prestare una qualche fiducia. Ma
se, per amore di raffronü, noi vorremmo fare una stati
stica comparata di questa industria, anche per giudicare
l’importanza reale della nostra produzione, ci avvedrem-
mo tosto, che fino ad ora la scienza e impotente a fornirci
dati generali positiv i. Difatti, anche prescindendo dalle
esagerazioni statistiche (pelle quali era famoso Giovan
ni De Vitt, quando magnilicava in modo iperbolico
la statistica sulle arringhe) (2), si rileva dalle inchieste
governative e dai resoconti ai congressi di statistica,
(1) Le strade ferrate, diceva Stephenson, hanno portato una
vera rivoluzione nella pesca. Prima che fosse aperta la linea di Nor
folk arrivavano da Garmonth a Londra tutt’ al piü 2000 botti di pe-
sce all’ anno, mentre ora ne arrivano altrettante ogni due settimane.
E diceva ciö nel 1830! Ora fu notato a ragione, la strada ferrata e
il legame tra pescatori e consumatori.
(2) Vedi Sommer nella rivista trimestrale di economia politica
di Fauchör (Berlino, I puntata, 1871).