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sumi e del commereio che vi si riferisce. Ma anche que-
sta distinzione, sebbene cosi semplice, non puö essere
illustrata dai dati statistici positivi, i quali, per veritä,
si limitano a ben poca cosa, e non danno altro risultato
da quello infuori die apparirä nei cenni seguenti.
Circa alla pesca fluviale e lacuale, di cui tanto si e
scritto, credesi che il valore complessivo di pesce di
acqua dolce annualmente pescato in Italia, non sia infe
riore a 3 o 4 milioni di lire.
La pesca del corallo (pella quäle tante dottissime e
amene illustrazioni si sono pubblicate) e cosi importante,
che annualmente si pescano da Italiani ed esteri 78,000
chilogr. di corallo greggio, di un valore di lire 5,750,000.
L’industria perö e minacciata da graduale decadimento ;
difettano uomini esperti nell’ arte e difficilmente si for-
mano gli equipaggi delle barche. Lavorano il corallo sol-
tanto 6000 operai!
Chese da quanto sopra enunciammo ne viene una spe-
ranza per l’avvenire (dacche tutte le industrie marittime
sono solidali), uno sbigottimento ci coglie quando confron-
tiamo l’Italia alle nazioni estere; alla Scozia che ha 1 4,000
barche e bastimenti addetti alla pesca di mare con 45,000
persone, mentre altrettante costruiscono le barche e gli
atlrezzi da pesca ed acconciano il pesce ; e all’ Irlanda
che ha intorno a 10,000 barche, e ai 40,000 pescatori in-
glesi, francesi, tedeschi, che ci sopravanzano in questa
industria, senza dire degli svedesi, norvegesi, russi, ecc.
E vero, come fu detto (1), che la maggiore prosperitä
della pesca in alcuni fra i paesi summentovati a para-
(1) Cfr. Relazione succitata del progetto di legge 24 gennaio 1871,
dal quäle aüingiamo parecchi dati.