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gone del nostro, deve in parte attribuirsi a condizioni
naturali piü propizie, come la maggiore feconditä dei
mari del nord, la maggior copia e la piü equabile dilFu-
sione delle acque ilnviali e le maggior prossimitä ai
luoghi in cui si esercitano le grandi pesche del merluzzo
e della balena; ma ciö deve pure ascriversi alla incuria e
negligenza degli Italiani negli studi e negli aecorgimenti
che gli altri popoli dimostrarono necessari a tale indu-
slria, nella parte tecnica, commerciale e marittima, nelle
tasse eque e imparziali, nelb iniziativa privata, nell’ in-
coraggiamento governativo, nei premi, nei viaggi, nel
maggior coraggio pei pericoli del mare e nel piü vasto
mercato internazionale. Noi ancora (come lo dimostra
1’ esposizione di Vienna) non possiamo gareggiare co-
gli altri popoli per codesta industria; ma confldiamo
perö che i privati e il governo sapranno, in tutti quei
modi che anche nell’esposizione di Vienna si chiariscono
di nuovo, preparare all’ industria la nuova era di pro-
gresso e di prosperitä.
II nostro personale addetto alla pesca, sia del pesce,
sia del corallo componevasi nel 1870 di 8,119 pescatori
di alto mare, 22,344 pescatori di costa e di 385 pescatori
di rinforzo, in complesso 30,848 uomini esercitavano
1’ industria della pesca marittima. Nel 1870 i battelli
addetti alla pesca del pesce e del corallo erano 11,566 e
misuravano 42,337 tonn.; cosi divisi: pesca del pesce
lungo le coste del regno battelli 949 di tonn. 26,234 ; in
alto mare battelli 497 di tonn. 6,160 ; nei mari esteri
battelli 687 di tonn. 6,160 —pesca del corallo lungo le
coste del regno battelli 300 di tonn. 2,681 ; in alto
mare battelli 300 di tonn. 2,681; nei mari esteri 1,102.