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pesca marittima italiana e, come lo confessava il ministro
Castagnola nel suo progetto di legge (24 gennaio 1871)
e come risulta dalle statistiche, della piccola Chioggia, la
quäle pur troppo oggi, se non si bandiscono i fmmi dalla
laguna, morrä di febbre e d’ interrimenti.
II Mediterraneo e i suoi golfi sono, in generale, meno
abbondanti di pesce che i mari piü settentrionali; ma
esso ha due produzioni notevoli (coralli e tonni) che
sono quasi esclusivamente sue. L’ Italia rneridionale
scarseggia e 1’ Italia rnedia non abbonda di acque flu-
viali e lacuali, ma invece ne sono rieche le provincie
settentrionali, e 1’ Italia e molto atta nei suoi vari corn-
partimenti marittimi a questa industria profittevole,
essa che ha spiaggie marittime cosi estese che fra isole
e continenti misurano 5842 chilometri.
Le spiaggie estere piü battute dai nostri pescatori
furono le austriache, a cui si recarono oltre la rnetä delle
barche e degli uomini addetti alla pesca all’ estero: e
tuttavia i nostri Chioggiotti trovarono nelle acque del-
1’ Istria e della Dalmazia fiere opposizioni.
La Liguria, alla quäle spetta il primo posto in quelle
industrie marittime che abbiamo descritte nei capitoli
precedenti, e assai povera di pescatori e di battelli da
pesca : se eccettui alcuni paesi della riviera di Levante,
la produzione della sua pesca e poco rilevante. Anche
le acque che circondano la Sardegna sono in alcuni
luoghi poco abbondanti di pesce; sono invece abbastanza
ricchi di pesce i lidi toscani, romani e napolitani. Gran
de numero di pescatori e di barche esercitano 1’ arte
loro nel golfo di Napoli e nelle acque di Sicilia. Una
delle piü considerevoli pesche italiane, come vedemmo,
e il tonno: una pesca d’indole speciale al nostro paese