giati emigravano (s. XVII). Proibizioni, punizioni, spio-
naggi di fanti, zelo esagerato di magistrati, arti subdole
di eontrabbandieri, violazioni continue della libertä, era-
no in voga in tutto 1’ evo medio.
Nella storia del Governo di Venezia si nota perö
un fatto singolare, e che dimostra come la coscienza
pubblica molto di sovente reägi contro il protezionismo.
Tratto tratto quei sapienti inquisitori alle arti avverti-
vano la Republica, che erano falsi ed errati i provve-
dimenti allora in uso, che assai migliore frutto avrebbe
data la libertä. Nelle cittä ove il lanificio particolarmente
fioriva, esso era risorto senza regole, senza discipline
di nessun genere e senza favori per parte del senato,
perche tutto cid che si era fatto colla vista di incorag-
giare questo ramo di induslria non fu che di danno
all’ erario. Ciö leggesi nelle scritture degl’ inquisitori
alle arti del 20 gennaio 1790-91. E difatti, Schio, dove il
lanifizio fu sempre in onore senza favori, nel 1730 ebbe
ottima fortuna e la popolazione, che era allora di 3672
anime, nel 1789 accrebbe fino a 5600 anime e la pro-
duzione di assai aumentö, sieche si facevano ben 12518
pezze di panno. Schio ci viene descritta, in questa epoca,
senza aleun questuante, senza che alcuna legge o casa
di correzione lo impedisca, senza quelle restrizioni che
a Padova erano in vigore e cooperavano al languore
del lanificio padovano. Questi dati statistici sono abba-
stanza importanti per chi voglia adoperarli soltanto
come riprova di una legge economica: e, fossero pure
incompleti, non servirebbero meno ä beneficio dei prin-
cipi di libertä! Ma chi volesse argomentare da ciö la
prosperitä delle industrie, e farne indagini statistiche
positive, a quali criteri direttivi sarebbe addotto?