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Sono notevoli i due contratti di noleggio fatti coi
Genovesi da re Luigi IX di due navi — Paradisus ma~
gnus e S. Nicold — nell’ anno 1268, e le varie specie di
costruzioni che, secondo i tempi e le circostanze delle
ardite imprese guerresche e delle speculazioni commer-
ciali, erano eseguite dai Liguri. Navi, bucci, taride o ba-
stimenti a vela, galee, galeotti, sattle, panfili, panzani,
cetee, gatii, gollatis, barche o palischermi, tutti basti-
menti a remi, avevano fatto acquistare grande rino-
manza a quei costruttori (1). Una nave ebbe 26 anni di
vita (secolo XIII), ed altre si conservarono pure per
lungo tempo.
Gli scali di S. Pier d’ Arena, di Avenzano, di Va-
razze e di Amona erano (anche in sugli inizi de 11’ evo
medio) saliti in grande fama. E la stessa alacritä dirno-
strata nelP industria si palesava anche negli accorgi-
menti coi quali si stipulavano i contratti. Gosi la ven-
dita simulata della nave era in uso fmo dal secolo XIII;
e si ricordano vendite cosiffatte dei Genovesi nel 1248.
Possiamo anzi affermare che i migliori avvedimenti
commerciali e le piü sapienli norme marittime, in uno
alla particolare abilitä dei costruttori, fossero il pregio
incontestato (2) degli Italiani in questo tempo.
alle nostre navi allora quivi costrutte. Nel 1248, il 4 aprile, Tondo
degli Infanti vendeva a Jacopo di Lavagna la metä di una nave che
•si costruiva nello scalo di Varazze et ipsam navem pegatam et cal-
catam totam aveva tribus paradisis (eamere grandi). V. Fazio,
nel suo bei lavoro Varazze e il suo distretto, Genova 1867.
(1) Gfr. Canal, Storia di Genova, 1. XI, c. I, v. 2, p.577 e passim.
(2) Sarä utile consultare (chi volesse maggiori notizie) le seguenti
opere : Marin: Storia civile epolitica dei commercio dei Veneziani,
e specialmente, il lib. Il, cap. I, II e III; il lib. III, pag. 158 e passim dei