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omaggio all’ altrui valentia. E oltre ad essi (per es. al-
1’ Emanuele) ne possiamo citare altri parecchi, quäle
il Boncompagno, che descrivendo 1’ attacco di Ancona,
fatto da Cristiano arcivescovo di Magonza e generale di
Federico I, unitamente ai Veneziani, vanta una nave di
Venezia, che per la sua enorme grandezza veniva chia-
mata II mondo.
Erano famose le grandi navi da guerra, che im-
pedirono agli Slavi 1’ ingresso nelle lagune (Sagorni-
no), le venticinque spedite a Pavia per il Po (B. Giu-
stinian), e le navi colle quali si sorprese Ravenna: e in
somma tutte le varie costruzioni di bastimenti, nelle
quali, a detta di Sagornino, nessuno fu cosi provelto co-
me il veneziano. E possiamo citare il fatto accaduto,
durante la lega dei Veronesi colla Repubblica contro le
popolazioni del lago di Garda, quando Venezia spedi
architetti e maestri di costruzione navale a fabbricare
bastimenti atti alla guerra, i quali provveduti di scelta
marinaresca veneziana procacciarono la vittoria ai Ve
ronesi — e le 100 galee e le 20 navi armate in cento
giorni — e le imprese arditissime durante le crociate,
fatte coi nostri navigli. Nel secolo XII un Veneziano
fece costruire qui una nave, cosi grande che sopravan-
zava quante se ne erano costrutte negli arsenali del-
1’ impero greco, e dall’ Arsenale uscivano 1’ Aquila, il
Pellegrino, il Paradiso, ehe si adoperarono per espu-
gnare Gandia (1201), e nel 1268 si costruivano le tre
navi, di cui una era lunga piedi 110 in ebiglia, larga
nella coperta piedi 28 e mezzo e alta piedi 40 misurati
dall’ asta di poppa fino alla sommitä del castello, che in
quel tempo si faceva allissimo. La perizia dei Veneti
nell’ arte naulica era cosi grande che si avventuravano