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ro: (lalle G alle 8 pella Tana, nella Crimea: altreltante
per Trebisonda: parecchie andavano in Cipro ed in
Armenia, altre in Puglia ed alle coste di Spagna, Por-
togallo, Francia, Inghilterra, Fiandra, dove i Veneziani
avevano grandi empori: e viaggiavano per lo piü scor-
tate da navi da guerra.
Nei due secoli XIV e XV vigoreggiava il commer-
cio veneziano. Oltre le galee armate in commercio e i
bastimenti che navigavano per conto dei privati, si fab-
bricavano grandi vascelli detti cocche, alti a combattere
contro grosse galee. E nel 1348, nel nuovo arsenale, os-
sia nei cantieri del primo e secondo ingrandimento, la
famiglia Liliado fabbricd la prima nave che in Venezia
si fosse veduta con tal nome di coslruziotie.
II carico che si faceva a mezzo di grossi legni da
commercio e descritto con ogni particolare dagli antichi
scrittori, e la portata di questi legni si fa ascendere sino
al milione di peso. La zavorra, per ogni ritorno, che da
queste galee facevasi alla Fiandra, portava a Venezia
640,000 libbre di metallo in peso grosso a uso di mani-
fatture, il quäle ridotlo a forma si spediva per mare
e per terra, con molto guadagno. Le sole galee dirette
per Fiandra portavano di carico tra rnerci a peso grosso
e sottile 2,240,000 libbre. Ed era tale F abitudine di
mercanteggiare con si grandi ricchezze, che i baili ve-
neti a Costantinopoli (1354) parlavano, come di cosa
normale, di navi cariche di rnerci per 150,000 e per
200,000 ducati di oro.
Se vogliamo avere esatta contezza dello stato della
industria navale nel secolo XV ci sarä oltremodo utile
il riferire le statistiche, che ne furono tramandate dai
contemporanei. Difatto il doge Tommaso Mocenigo nel