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suo testamento (1434) diceva: In questa nostra cittä
(Venezia) si trovano 3000 navili di anfore 10 fmo a 200
ed hanno tnarinai 17,000. Trovansi 300 navi che hanno
8000 marinai; ogni anno navigano, tra sottili e grosse
45 galere, che hanno 11,000 marinai; vi sono maran-
goni 160,000 ecc. ecc. (1).
Allafme del secolo (verso il 1495) si varava una nave,
la quäle pella somma grandezza piuttosto doveasi chia-
mar rocca anziche nave (a quanto pensava il Sabellico).
E in questo tempo (1498) navi veneziane, che erano in
Aleppo, si videro armate con 100 pezzi di cannone.
Innumerevoli prove polremmo addurre dellasingo-
laritä dei progressi compiuti allora dalla Repubblica,
cosi nelle costruzioni come nei suoi armamenti, e basti
il dire che, in un ventennio (1469-1490) si mettevano
all’ incanto e si noleggiavano a patrizi veneti circa 400
galere pei viaggi suddescritti di Fiandra (2), per fare il
commercio delle droghe in tutta Europa e del sale in
gran parte di essa. Ed e lecito asserire, senza tema di
esagerazione, che in questo tempq (sec. XV) la Repub
blica giunse a tale altezza (3) che, non potendo omai piü
progredire, rivalicö il corso fatale che la storia impone
ai popoli grandi.
(1) Re Gustavo ehiamava presso di se, in Svezia, maestri vene-
ziani pella ricostruzione di bastimenti regolari da guerra: « Praeter-
» ea idem rex primus usum biremium, triremium ac quadriremium
» circa annum Domini 1540 in niari Gotica ae Svecico manu artificum
» venetorum liberali stipendio introduxit. »
(2) Cioö Fiandra, Barbaria, Acque morte, Bairut e Costantinopoli,
Romania, Alessandria.
(3) Vi erano navi grossissime a tre alberi, e sembra viaggiasserocol-
l’uso di sole velo.Colle arti progredi la scienza; e pare che nel sec. XIII
l’architettura navale toccasse qui i conlini del meraviglioso (Ca^oni).