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§ 2.
Graduale decadenza di Venezia e delle sue industrie
(secolo XYI).
Perduta 1’ influenza nel Levante, resa sempre piü
tremenda la coneorrenza di Genova, di nuove baldan-
zose rivali (Ancona e Livorno), di potenti vicini, anelanti
a carpirle terre e commerci, Venezia nel secolo XVI
era ridotta a tale, che se pur moveva a lode gli illusi
contemporanei, faceva presentire agli uomini avveduti,
che il tempo della grandezza era per fmire. Spagnuoli,
Portoghesi, Inglesi, Olandesi e Francesi, Italiani di Anco
na, di Livorno e di Genova parvero chiamati a sostituire
la Repubblica nelle opere di navigazione, d’ industria e
di politica. Nel 1564 Daniele Barbarigo era spaventato
nel vedere il commercio dei Veneti andare ai Portoghesi;
eil Bembo.lo chiamö malum inopinatum. I paesi europei
preferivano la nuova yia del Gapo, « poiche per 1’ Egitto
le merci doveano trafficarsi dalF Europa all’ Asia, tra-
mutandosi per dodici mani, come ne fa fede il mappa-
mondo di Behaim (disegnato nel 1492): onde esse erano
soprapagate. Quindi non si poteva, per l’avvenire,costrin-
gere gli altri Stati di Europa a valersi di Venezia, i qüali
sino allora (secondo le parole del Guicciardini) costitui-
vano i prezzi ad arbitrio loro. Le relazioni degli am-
basciatori veneti di quel tempo, e di Lorenzo Tiepolo
soprattutte, i viaggi, le storie, gli annali del Malipiero,
attestano quanti fossero gli impedimenti del commercio
pella via dell’ Egitto. Aggiungasi a ciö, che la naviga
zione nel mar Rosso era lenta ed incerta, e le merci non