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nata della democrazia (1), ne in mezzo alle rivoluzioni
si poteva avere la quiete dell’ officina. — Sebbene un
principio di libertä economica si fosse di gia introdotto,
le conseguenze non potevano recare tosto effetti benefici,
e Venezia cercö indarno in se stessa lena e vigore.
La Municipalitä aveva assunto il governo, con un
debito di 44,000,000 di ducati; si decretö il prestito di
un altro 1,000,000; s’impose una tassa generale sulla
possidenza, sulle industrie e sul commercio di 2,500,000
ducati; ma i dazi diminuivano, l’ appalto del sale e del
tabacco si restringeva alla sola citta, la zecca e il banco-
giro sospendevano i pagamenti. Per venire in grado alle
plebi si distribuirono loro 14,000 ducati, si tentö riordi-
nare la zecca, e si credette di proteggere le industrie
eccitando le donne ad abbigliarsi colle manifatture del
paese.
Ciö avveniva prima della sottoscrizione del trattato
di Campoformio (2).
Per formarsi un’ idea dello stato economico del-
l’epoca basta leggere nella raccolta del cittadino An-
dreola (1797) il proclama del comitato di finanze e
(1) Nel Libero Veneto, giornale che leggesi al museo Gorrer, al
N. 13 (Venezia 13 messidor) c’ ü un dialogo fra un marinajo e un
dottore, che 1’ articolista dice ?' avere udito, in cui il marinajo vuo!
dimostrare che il commercio e la marina sono sfati e sono tuttavia
in ragione inversa della dottrina, e che piü abbondano i dottori, e
piii il commercio decade! fi interessante per chi vuole avere contezza
dolle idee dell’ epoca.
(2) Gfr. Raccolta di tutte le carte pubbliche stampate ed espo-
ste nei luoghi piü frequentati della citlä di Venezia (dalle stampe
del cittadino F. Andreola 1797, X volume).