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verno. Noi citererno a tale proposito un documento,
poco noto, del 27 messidor (15 lugüo 1797), anno pri-
mo di übertä italiana, cioe una « Parte » per eccita-
mento a coprirsi di vestiti di seta.
E il cittadino Carminati, il quäle ne fa una relazione
tronfia e magniloquente alla Municipalitä provvisoria,
e questa seriamente ne decreta la stampa, e affida 1’ ar-
gomento allo Studio dei comitati di istruzione pubblica
e commercio, affmche, uniti al suddelto cittadino, ab-
biano a consegnarle i risultati delle loro meditazioni
entro una decade.
Ecco di che si trattava.
I rappresentanti di un popolo libero devono occu-
parsi della moda, dice il Carminati, acciocche ne venga
bene al paese. Ora 1’ arte di lavorare la seta e in deca-
denza, e conviene rialzarla. Quelle Stoffe magnifiche
(onore della Repubblica), egli soggiunge, sono coudan-
nate al ridicolo addobbo di una vecchia anticamera,
vinte dal cotone, dal lino, dalla lana, sieche sarebbe se-
gnato a dito colui che avesse il coraggio di vestire di
seta! La seta fu prescritta, egli soggiunge, e quella
scarsa porzione che la moda ci preservö fu dai fore-
stieri venduta, a carissimo prezzo, a quella stessa
nazione da cui la compravano! Gli artefici della seta
sono numerosi, sono infelici! Voi potete soccorrerli!
E qui faceva appello alle donne, perche vestissero la
seta, e alla Municipalitä perche eccitasse a farlo le piii
rieche cittadine. Questa bizzarria fu presa (come ho in-
dicato) in grave considerazione !
Era universale allora il costume di far buon viso a
tutti i progetti che arieggiassero a riforme industriali, e
d’interrogare anche l’opinione pubblica intorno ad essi.