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anni dopo (1). Cosl pure le prescrizioni e tariffe sul ta-
bacco del 1796 si riattivarono nello stesso anno (2).
II caffe, lo zucchero e il caccao costavano molto, per-
che il commercio si restringeva in poche mani, e perche
la navigazione era interrotta. Gon decreto del 12 gennaio
si era schiusa nello Stato ogni via di terra e di mare alla
importazione dei medesimi generi, e ciö col piü mode
rato dei dazi (3), e 1’ intendenle generale delle i. r.
finanze lo faceva, seguitando il paterno esempio del go-
verno cessato. Gosi pure, continuando le tradizioni della
Repubblica, si cercava di manifestare le piü indefesse
sollecitudini per verificare le paterne clementissime
intenzioni di S. M. (4) verso quell’ istituto di credito, il
bancogiro, che era stato sorretto dal Governo precedente
e dair imperatore lino dal 1798 (5).
L’ Austria aveva anche cercato d’ ingraziarsi gli in-
dustriali, e specialmente quelli che si dedicavano al seti-
ficio. Quando il commissario straordinario Francesco
Pesaro palesava, con animo grato, il dispaccio dell’ i. r.
Corte (6), col quäle si apriva V ingresso, negli Stati di
Germania, alle manifatture di seta del Veneto (colle nor-
(1) 16 marzo 1798.
(2) 22 marzo 1798.
(3) Gioe di L. 1 :18 al cento peso grosso pol caffe e di L. 12:15
pel caccao e L. 6:5 per lo zucchero in polvere detto verzin, e di
L. 1 pel maseabä.
(4) Nuovo postiglione 17 gennaio 1799. Cfr. notificazione 25 gen
naio 1799 dell’i. r. magistrato camerale. Si intrattiene poi del come il
bancogiro abusasse delle facilitazioni accordategli, e della necessitä e
dei modi di porvi riparo.
(5) Proclami 3 agosto e 3 novembre 1798.
(6) Dispaccio dell’ i. r. Corte 2 febbraio 1799.