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mai ne la materia ne il lavoro, disdegnando le inno-
vazioni richieste da’ nnovi tempi. La depulazione mer-
cantile, descrivendo queste tristi condizioni del lanificio,
non trovava altri espedienti da quelli in fnori cherife-
riamo, e vivaraente li raccomandava alla deputazione
alle arti; « cioe a dire che la munificenza dell’ augusto
» sovrano vietasse (sic) ogni articolo inserviente al tra-
» vaglio dei panni, permettesse le filande nei luoghi di
» correzione e negli spedali, e lasciasse aperto 1’ adito
» ad ogni negoziante di fabbricare senza gli stretti lega-
» mi prescritti. »
Cosi pure le industrie dei saponi si trovavano in
decadimento; mentre per esse si ricordavano in Venezia
150 caldaje, nel 1799 il numero era si tenue da metter
dolore e vergogna. La deputazione mercantile attribuiva
il loro languore all’ enorme peso dei dazi sulla materia
essenziale (sic), e ai ceppi delle leggi, che coartavano la
libertä e il buon mercato (1)! Il setificio pure era in
deperimento; 1’ indulto della estrazione della seta greg-
gia dava a sperare in un aumento di telai; ma i tempi
torbidi, il commercio sviato e la moda, ehe sostituiva
alle seterie i linoni, le mussoline, i calancä e altre si-
mili drapperie, ponevano lo sgomento in quegli indu-
striali. I damaschini, che si smerciavano nella Turchia in
buon dato, erano giä da parecchi anni adulterati a tal
grado da esservi inserito perfino l’oro e l’argento falso. —
Di qui ne venne l’invilimento della merce; e le Stoffe di
Francia, vaghe e svariate, si diffusero in tutte quelle pro-
vincie. Cosi questa industria, che aveva Topportunitä di
trarre le materie prime dal territorio veneto, che in pas-
(1) Esibili della dep. merc. di Venezia, vol. 7.
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