— 52 —
Nel 17 gennajo 1799 si parla dell’ odierna dejezione
delie arti e della manifattura; ma e notevole la do-
manda di libertä nell’ esportazione dei grani. — Nel 30
agosto dello stesso anno si muovono fiere lagnanze con-
tro Trieste, che esercitava ottimo commercio, e lo ac-
cresce va vieppiü colla progressiva depressione di quello
di Venezia. E qui principia a spuntare quella tremenda
rivalitä, che tanto nocque poscia ad entrambe le cittä
sorelle. — Continuando il nostro spoglio di documenti
degli Ultimi anni del secolo XVIII, troviamo riconfer-
mato, e per cosi dire, autenticato lo scadimento dei traf-
fici. Nel 14 novembre 1799 la deputazione mercantile
descrive la dejezione lagrimevole e fatale della piazza di
Venezia, 1’ estesa desolazione e rovina, della quäle si
prega 1’ i. r. magistrato camerale a essere interprete
presso 1’ i. r. soglio, a commuovere delle luttuose jat-
ture veneziane 1’ animo di S. M ! — Dipinte le orride
condizioni delcommercio marittimoil27 settemhre 1800,
pell’anno seguente si ricordano le disposizioni della Re-
pubblica favorevoli alle industrie (26 marzo).
Ma le idee di protezionismo essendo tuttavia negli
animi, la memoria delle leggi della Repuhblica ricon-
fermava nella persuasione di ricorrere alla ingerenza
dello Stato, per divieti e altre misure restrittive. Ad es.
harte dei cappellai, deplorando il deteriorarnento del-
l’industria, lo attribuisce specialmente alla estrazione del
pelo di capra per gli Stati esteri e per la terra ferma,
dove ignorasi la maniera di lavorarlo, e chiede che non
possano essere estratle da questa parte pelli di lepri,
se non a certe condizioni (14 gennajo 1802). — Non
difettavano perö, tratto tratto, idee saggie e proposte
che miravano ad ovviare a molti sconci, a ridonare atti-