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Plus de cent bätiments, de canonniers ont ete de-
truits faute de pouvoir les entretenir (Rapporto 19
janVier 1811) e aggiungeva: L’ Industrie ne fait pas
. ... de progres.
Difatti nulla valsero le protezioni accordate alle
industrie di Venezia, che non avevano lena e vigore
di ripigliare 1’ antico primato; esse producevano miser-
rime cose, che sempre piü invilivano di fronte ai pro-
dotti esteri.
Cosi i saponi protetti da un dazio del 15 p. %,
imposto sulle entrate dei saponi esteri, non uguaglia-
rono mai questi Ultimi in bonta, ne liberarono il regno
da un’ annua passivitä (che per questo titolo aveva) di
un milione e mezzo. Cosi pei cristalli non si seppe sop-
portare vittoriosamente la rivalita dei prodotti boemi,
abbenche ci fosse una tassa di lire 91,80 al quintale me-
trico sulla introduzione dei lampadari completi e sulle
varie parti che li componevano e di lire 61,20 alle altre
qualitä (1). II guaio stava in ciö: non si voleva lavorare
ne apprendere dagli altri popoli le cognizioni industriali
delle quali si difettava; sieche a nulla approdavano i
(1) Nel 18 aprile 1806 fu emanato un decre.to (firmato da Eugenio
e da Napoleone), che estese ai dipartimenti veneti (esclusa 1’ Istria e
la Dalmazia) le leggi, i regolamenti ed i decreti del regnu in materia
daziaria. Si mantenne ferma la jroibizione delle merci inglesi negli
Stati veneti, qui ordinata il 10 febbraio, si abolirono i dazi intermedi
fra un punto e l’altro della slessa provincia, fra 1’ una e l’altra delle
provincie e fra le provincie venete e il regno. — A decreti speciali
e ad altre deliberazioni si affidarono le variazioni e addizioni alle
leggi daziarie del regno, che si riconoscessero necessarie. La Camera
di commercio di Venezia rieeveva ordine di occuparsi, senza ritardo,
delle misure che credesse opportune a questo riguardo.