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In questo tempo si tentarono, a Doccia, con ottimo suc-
cesso, i saggi di dne nuove e importanti lavorazioni.
La prima di queste fu la fabbricazione delle porcellane
a rilievo e colorate , sul fare di quelle giä celebri di Capo-
dimonte.
La riproduzione di questo vasellame era stata intrapresa
a Doccia fino dai primi del secolo, e poi lasciata da parte :
ma i'ipresa di nuovo in questi Ultimi anni, venne condotta
a tanta perfezione, da meritarsi il plauso e l’ammirazione di
tutti gli amatori di arti belle.
L’ altra lavorazione, quella inline che segna un brillante
periodo nella storia artistica della Manifattura Ginori, fu
1’ irnitazione delle antiche majoliche italiane, per le quali
nel secolo XVI e XVII, andarono famose le fabbriche di
Faenza, d’Urbino, di Castel Durante e di Gubbio.
I primi saggi tentati, a Doccia, dopo il 1848, per opera
del chimico Giusto Giusti e del pittore Francesco Giusti,
addetti entrambi allo Stabilimento, apparvero, e vero, come
i prodotti d’una lavorazione incipiente: ma vinte con una ra-
piditä meravigliosa quelle difficoltä, che s’ incontravano per
ottenere una piü perfetta irnitazione nel disegno e nei co-
lori e per giungere al reperimento dei famosi lustri iridati,
la fabbrica di Doccia ebbe il vanto incontrastato di aver fatto
rivivere, in tutta la sua vaghezza originale, lo splendido va
sellame del bei secolo della ceramica: difficile problema
artistico, intorno al quäle da lungo tempo si erano affaticate
invano parecchie fabbriche , fra le piü rinomate d’ Italia e
di fuor d’Italia.
I premi ottenuti all’Esposizione di Parigi del 1855, e suc-
cessivamenle a quella italiana del 1861, e aH’altra di Londra,
del 1862, attestarono ampiamente al marchese Ginori in