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tro egli dice non e cosa indifferente; dev’essere trasparente, ma
non propriamente diafano : sin qui i vetri inglesi furono ripu-
tati i migliori, ma furono perö superati da quelli di Salviaü di
Venezia (1).
Nel 1867 la Societä Salviati fece costruire una fornace appo-
sita per il lavoro dei suddetti vetri, le ricerche erano molte, ma
non poteva questo speciale manufatto tenere la concorrenza per
il prezzo con quello degli esteri paesi, onde la fornace cessava.
Per altro oggi a Murano si assumono e si eseguiscono commis-
sioni di vetri rotondi bianchi e colorati anco in grandi misure,
ne la Societä Salviati e la sola che lavora in questo genere, ma
anco 1’ officina del Radi e qualche altra. Questi vetri perö come
fu delle lastre, si vendono greggi (2).
XX.
Varl altri industriali vetrai rifanno i lavori del Salviati. — Officine che oggi
se ne occupano. — La societä Salviati ha centri e case suecursali in tutte le
piü grandi capitali delf antico e nuovo mondo. — Bellezza di questa manifat-
tura. — Prezzi dei prodotti relativamente miti. — Le ditte Toso e Giovanni Fn-
ga. — Toso, Ferro e Comp. — Il Museo civico di Murano. — Piano di formare
un grande centro dei vetri di lusso a Murano, non cornpreso.
Ritornato in vita il classico ramo dei vetri a soffio rnuranesi
merce i potenti impulsi, che ho posto in chiara luce, sorsero altri
industriali a tentare i lavori, che con tanto splendore e con si bella
fama uscivano dall’ officina Salviati. Nel 1868 i fabbricatori di
Venezia Bonlini ed Arbib, staccando dall’ officina Salviati i vetrai
rnuranesi Giovanni Nason, Floriano Ferro ed Emilio Moratto, pian-
(1) Op. cit. —
(2) Le fornaci di lastre rnuranesi perirono prima di quelle di specchi. Infatti
1’ ultima fornace di specchi periva nel 1840, anni innanzi quelle di lastre, scalzate
dall’ officina Marietti, che piantava questi manufatti nell’ isola noslra in grandi pro-
porzioni e con nuovi sistemi. Ciö si vedrä meglio piü innanzi.