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XXVI.
I vetrai muranesi sch udono una nuova via alla fabbricazione dei vetri di
cristallo, mezzo cristallo e in colori. — La nuova ofßcina di Giovanni Ongaro
fu Jacopo e per assicurare a Venezia il prodotto di eui si parla.
Chi diede 1’ impulso, anzi chi tracciö la nuova via tre anni or
sono per far risorgere il quasi distrutto ramo dei vetri comuni,
furono alcuni poveri artisti muranesi, ai quali porse occasione di
farsi conoscere 1’ Esposizione vetraria di Murano dei 1869, visitata
da S. E. Marco Minghetti ministro dell’ induslria (1). La suddetta
esposizione mirava appunto piü che tutto a rimettere in vita l’in-
dustria in parola. Questo fatto 1’ ho piü particolarmente narrato
parlando dei vetri di lusso. La bontä adunque della materia prima
in un cristallo lucidissimo, la regolaritä e la vaghezza delle forme,
e piü che tutto la moderazione dei prezzi erano tali elementi non
solo da non doversi respingere, ma da raccogliere con tutto 1’ ar-
dore da chi sentiva interesse per il proprio paese. E per il fatto con
tutto 1’ amore questi elementi vennero raccolti. Anzi fino dal 1870
si e redatto un programma per formare una Societä allo scopo
in discorso, nel quäle il Municipio di Murano firmava per la som-
ma di lire 20,000 : vi apposero pure le loro firme il principe
CL Giovanelli, i conti Papadopoli e Treves dei Bonfili, i quali
soli potrebbero bastare a far vivere 1’ impresa. Frattanto i vetrai
suddetti, premiati per 1’ impulso potente dato alla manifattura di
cui tratto, venivano uniti a prestare la propria opera in apposita
officina eretta in Murano dal sig. Giovanni Ongaro fu Jacopo.
(t) A questa esposizione furono chiamate tutte le officine vetrarie d’Italiajob
be 1’ appoggio dei Governo, che mise a disposizione di essa varie medaglie ed inca-
ricava il Ministro dell' induslria a visitarla. S. E. il comm. Minghetti in tale occa
sione recava al Sindaco di Murano, Antonio Coileoni, a riome dei nostro Re Vittorio
Emmanuele, le insegne dei cavalierato della Corona d’ Italia.