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parole ; ho detto che non si richiedono che due solo cose, forza
di capitali e forza di volontä. Ad offenere la prima di queste forze
basterebbe che il programma piü sopra ricordato potesse avere
il suo intero effetto, dacche egli e certo che senza forza di potenti
mezzi pecuniari non si fa rivivere una grande industria. A que-
sta prima forza materiale e duopo aggiungerne un’ altra morale,
cioe forza di volontä. Colla volontä si ottiene ogni cosa, ma que-
sta volontä dev’ essere intelligente, intraprendente, perseverante ;
in una parola, si ha mestieri per far prosperare questa bella im-
presa, che non puö fallire, di uomini esperti, onesti ed operosi,
che conoscano 1’ industria che devono trattare per isvilupparla,
ingrandirla, ponendo in atto quei mezzi tutti che sono voluti dalle
scoperte della scienza e dal progresso dei tempi. Frattanto si dia
mano seriamente all’ opera, si verifichi il piano di associazione,
s’ impianti 1’ officina in vaste proporzioni, si adottino per ora i
sistemi piü facili e piü economici, si lavori collo stampo a pres-
sione: tutte le altre innovazioni verranno a mano a mano. E
verranno certamente i nuovi sistemi di forni colla torba e col
gas, la mezza molatura colla forza motriee, tanto piü che 1’ On-
garo oltre che i piü opportuni e i piü vasti locali, possiede una
buona macchina a vapore. Certo se s’ indugia e 1’ impresa, che a
quest’ ora dovrebbe essere attuata e sommamente prosperare, ri-
rnane al di lä da venire, forse potremo perdere i preziosi ele-
menti di cui ora ci troviamo in possesso, e le nostre officine di
vetri comuni fmiranno per spegnersi affatto, onde la culla del-
1’ industria vetraria non solo rimarrä npl campo dei vetri comuni
al di sotto di tutti gli altri paesi stranieri, ma delle stesse sue
consorelle d’ Italia. Venezia in questo punto puö e deve fare, non
deve lasciarsi imporre dalla concorrenza straniera ; essa puö scon-
giurarla, come spero di aver dimostrato a sufficienza.