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dei quali dovevano tendere tutt’ i possibili nostri sforzi. Fra que-
sti devonsi collocare i nuovi metodi introdotti nel lavoro dello
specchio greggio, cioe la cilindratura ed il getto, non obbliando
tutte le altre innovazioni portate nella induzione di esso pegli
usi della vita. Quanto al metodo della cilindratura non vi erano
gravi difficoltä da superarsi, essendo questo lavoro quasi simile a
quello del soffio usato dai nostri. La maniera invece di lavorare
lo specchio col getto o colatura si presentava piü malagevole, dap-
poiche dal crogiuolo si versa il vetro, giä purissimo e rovente,
sovra vaste piastre di metallo levigatisshne, quindi sovra la vitrea
massa che molle si estende passa il cilindro di ferro, e gli specchi
cosi tirati di enormi grandezze vengono spinti da operai destris-
simi armati di pale entro il forno di raffreddamento.
Yolendosi adunque adottare le innovazioni trovate dagli altri
paesi anco nel lavoro dei nostri specchi, gli eredi fu Lorenzo Zec-
chin, che ne conducevano in Murano 1’ ultima fabbrica laddove
travagliarono le celeberrime offleine di smalti dei Miotti, nell’ an
no 1840 introducevano il metodo della cilindratura. Perloche i
Zecchin chiamavano a Murano maestri di specchi dalla Boemia,
ove ancora usasi questo metodo; da essi facilmente i nostri l’ap-
presero in modo tale che tirarono col nuovo sistema specchi di
vetro bianchissimo, ma di uno spessore quadruplo dei soffiati, del-
1’ altezza di m. 2 per 1,016. Chi volesse convincersi di questo
fatto non avrebhe che a visitare il Museo di Murano, nel quäle,
oltre che conservarsi alcuni degli specchi antichi soffiati della piü
grande misura, se ne ha uno di greggio lavorato col nuovo metodo
introdotto dai Zecchin, che attira 1’ attenzione dell’ intelligente.
Ma ciö non bastava per rianimare 1’ industria. Era duopo sem-
plificare le operazioni dello specchiaio riguardo agli antichi metodi
per la spianadura e lustradura. Anche a questo pensavano i Zecchin,
i quali facevano erigere una macchina a Maniago nel Friuli alla
foggia di quelle di Boemia, che veniva posta in movimento dalla
forza dell’ acqua. Questa macchina spianava dodici e perfino venti
specchi per volta.