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dotto in forma di piccola piastra a tagli, unisce questo alla massa
cilindrica ed una delle aste dä in mano a un tiradore, V altra al-
1’ altro ehe camminando piü o meno, od anche correndo rapida-
mente, secondo la grossezza delle cannelle che si devono disten-
dere, sempre in opposta direzione, giungono a trasmettere le aste
suddette in mano degli allri due Uradori, i qnali giungono al ter-
mine delle vie opposte che percorrono. Queste vie si chiamano
corridoi. Per solito la lunghezza della cannella vitrea e di metri 120,
tanta essendo la lunghezza ordinaria dei corridoi. Meno corte si
tirano certe canne, come le massiccie senza foro, che servono per
i lavoratori di perle alla lucerna, perlai, ed altre pure forate ma
molto grosse. La cannella distendendosi posa sopra lili di tavola
distanti 1’uno dall’altro metri 1, non si spezza e rimane perfet-
lamente forata, per quanto sia essa di uno spessore soltilissimo
e talora quasi capillare, in tutta la sua lunghezza. 0 a metä o al
fine della muta, secondo la massa di canna distesa, una persona
del basso servizio, tagliatore, divide le cannelle della lunghezza di
metri 1. Spezzandole le ripone in tante casse di legno scoperte
al di sopra e ad uno dei lati per passarle alla seconda fabbrica-
zione, che si chiama di riduzione, ossia ai margariteri, che sono
quelli che le riducono in perle.
L’ impiego del ternpo per la riduzione della pasta vitrea di un
croghiolo in canna, varia secondo la grossezza e la qualita: per la
canna bucata il tempo e di ore 2 alle 30, per la massiccia dal-
le 2 alle 5.
IV.
Varietä delle pasle vitree nel genere di canna fma e ordinaria — colori
andati in disuso. — Colori nuovi. — Pani. — Rangues — Grani.
Nelle fornaci di canna ordinaria si lavorano cannelle di pasle
vitree opache e trasparenti, di colori infiniti e di grossezze varie.
Si tirano pure cannelle triangolari, quadrangolari ccc., mach, come