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pure ogni qualitä di canna massiccia che serve, come si e rlcor-
dato piü sopra, per i perlai. Si lavora eziandio la cosi detta rosetta,
e questa perfino con 6 strati vitrei, coperle, sovrapposti 1’ uno
sulT altro, che poi anch’ essa si riduce in perle, lavoro vetustissi-
mo e molto vago, ricercatissimo in Asia. Tanto per le cannelle a
piü angoli come per la rosetta si fa uso del getto, stampo. Ri-
guardo al lavoro della canna fina si fanno colori assai piü belli
e delicati e d’ infinite gradazioni. Le imitazioni del rubino, del co-
rallo, delle corniole, di una infinitd di agate, dell’ opale e via via,
entrano tra le piü vaghe e le piü costose. Alcune di queste, come
le corniole, sono composte con due qualitä di smalti, il primo opaco
chiamato sottana, il secondo trasparente di un altro colore. Tutte
le cannelle fatte colle paste che sono colorite col cloruro d’ oro
o di argento non presentano il loro vero colore se non subendo
una seconda azione di fuoco allorche si riducono in perle. Tanto
poi nelle fornaci di canna ordinaria come in quelle di canna di
smalti si lavorano cannelle a piü fascie o righe di vari colori,
striccä, che poi si riducono anch’ esse in perle.
Molti colori ed anche grossezze sono oggi andati in disuso,
specialmente rispetto alla canna ordinaria il cui lavoro, riguardo
alla varietä delle paste, e diminuito, essendosi invece accresciuto
quello della canna fina. Colori nuovi sono le corniole, che an-
cora sul principio del secolo si lavoravano a fuoco di lucerna.
Altre gradazioni di tinte possono dirsi nuove, ma novitd nel sen-
so assoluto della parola non possono dirsi che la canna fatta col-
1’ ossido d’ urano, imitazione dell’ oro, e la madreperla dello stesso
colore inventate nell’ anno 1866 in Murano dal compianto fabhri-
catore Giovanni Giacomuzzi fu Angelo (1).
(1) Genere di perle assolutamente nuovo sotto il punto di vista dell’ applicazione
del sistema con cui tra noi si lavorano quelle per conteria, furono le perle imitazio
ne delle orientali Ceylon, e del corallo, lavorate primamente nello scorso anno 1873
dalla labbrica J. Bassano di Venezia. — Anche il fabbricatore Agoslino Geresa fece
dei lodevoli saggi in questo genere di conteria. — Veggansi a questo proposito i
numeri 5 ed 11 della Voce di Murano, 1873.