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Tra le produzioni delle fornaci di canna di smalti vogliono
annoverarsi le piastre, pani, di smalti vari che si lavorano pei lavori
a tarsie, per 1’ oreficeria, per pingere le porcellane, pegli orologiai
e per oggetti di bijouterie. L’ avventurina, della quäle ho parlato
trattando dei vetri di lusso, g un prodotto comune tanto delle for
naci di canna ordinaria come di canna fina. Le piastre e i pani si
lavorano estraendo a varie riprese la pasta dal crogiuolo e poi
mettendo le fatte piastre nel forno di raffreddamento, 1’ avventurina
ed anco qualche altro smalto si lasciano raffreddare nel crogiuolo
che si leva dalla fornace ripieno della massa vitrea dopo alcuni
giorni.
I rangues si lavorano essi pure nelle fornaci da smalti. Non
sono, come accennai, che una specie d’ impugnatura di coltelli piü
o meno grandi, di colori diversi tanto opachi che trasparenti, e
talora anche a schizzi, macciai, che si eseguiscono in forma ovoi-
dale, allungata da ambe le parti, e che poi si faccettano a 6 o ad 8
angoli col mezzo della rotina, e s’ infdano qualora lo si domandi.
Sono gli antichi manichi di coltello che si producevano nel seco-
lo XIII adoperando il cristallo di rocca, le pietre dure e si riduce-
vano col lavoro della mola.
I grdni allo spiedo sono un prodotto delle anzidette officine.
Questi grani, grosse perle di varie tinte, si lavorano uno per volta
estraendo dal crogiuolo quella piccola porzione di pasta colla cima
del ferro, che e appunto fatto a rao’ di spiedo, ragione per cui si
dicono grani allo spiedo. Questo lavoro, che un tempo faceva il
perlaio, fatto nelle officine dai maestri di canna, e inlinitamente piü
sollecito. I grani, prima di essere venduti come le margaritine e le
perle alla buona, s’ infdano e se ne fanno matasse (mazzi).