149 —
poste in tali condizioni da non lasciar certo, omesso per un mo-
mento tutto il resto, tranquilli gli abitanli vicini, e tanto meno dac-
che i casi degli incendi a queste fabbriche non sono infrequenti.
Tra le innovazioni da introdursi taluno vorrebbe accresciuto
il numero delle macchine allo scopo di fare a mezzo di esse tutto
quello che si fa a mano, non esclusa la stessa infilzatura delle perle.
Io non ismentirö qui quanto ho affermato favellando delle mac-
chine per il taglio della canna ; in ogni modo, ancorche si volessero
attivare altri meccanismi, si dovrä fare un passo per volta, dacche
non e ne prudente ne umano slanciare sul lastrico centinaja di
operai, molti dei quali uell’ impossibilita, anco per 1’ etä tarda, di
apprendere un altro mesliere. Le innovazioni si sludino, s’ introdu-
cano pure, ma non a danno della povera mano d’ opera, piuttosto a
loro vantaggio ; essendoche 1’ industriale deve studiare e vero di
procacciare i migliori utili all’ industria che tralta, ma non dimi-
nuire, si piuttosto accrescere, se sia possibile, il numero degli operai.
Che vale che 1’ industria iiorisca perche s’ impinguino i pochi indi-
vidui che 1’hanno in mano e che non ne hanno bisogno? Altre
innovazioni sarebbero da farsi rispetto agli apparati caloriferi e
alla questione vitalissima del combustibile, il quäle, piü che la ma
no d’opera, ingoja una quantitä immensa di denaro. I forni gaso-
geni posti in azione con grande vantaggio presso alcune delle piü
celebri vetrerie estere, proposti lino nel 1865 e nel 1867 da taluno
dei fabbricatori di conterie, sarebbero un’ innovazione da do-
versi introdurre. Innovazioni ancora domanderebbe la partita te-
cnica, principalmenle nel produrre le paste vetrose ed al miglior
mercato possibile, coli’ applicazione di nuovi composti, economiz-
zando i materiali piü coslosi e meglio utilizzando 1’ azione colorante
dei minerali valendosi dei progressi della scienza, anco per cono-
scerne la forza, la quäle, congiunta alla pratica, porterebbe eminenti
vantaggi. Anche 1’ introduzione di nuovi manufatti e di tanti pic-
coli oggetti di lusso affini fabbricati in vasta scala, come si fa al-
F estero, approfittando delle fusioni dei nostri smalti e dell’avventu-
rina in colossali misure, sarebbe un’ innovazione che non solo av-