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CONCLUSIONE.
Benche la ricchezza e potenza dei Veneziani non possano rite-
nersi del tutto frutto delle industrie dei vetri e delle conterie,
che nel corso di tanti secoli trassero grandissimi vantaggi, egli
e certo perö che furono uno dei piü ragguardevoli faltori.
E cumulando quindi questi vantaggi in tante eta conseguiti,
puö benissimo dedursi quäle ampiezza avesse questo commercio,
e quanti benelici arrecasse alle infinite transazioni del traflico
generale.
Dali’ Abissinia alla Svezia, dalla Persia alla Spagna, quando
tutti gli altri Europei non sapevano uscir di casa, i Veneziani, a
fronte delle difficoltä del viaggiare, non tralasciavano, ben lontani
di qua e di lä. delle Alpi, di disperdere dovunque le proprie ma-
nifatture (1).
E vero, che per la diversitä dei tempi, e per essere venute
le altre nazioni alla lor volta manifatturiere, attualmente i Vene
ziani e Muranesi non possono far conto di un commercio esclu-
sivo, attivo e fiorente, come in altre epoche, ma quanto all’ in-
dustria dei vetri sonovi perö ancora degli elementi che vanno
facendosi sempre piü importanti, i quali dimostrano lo sviluppo
progressive di alcuni rami, per lo innanzi abbandonati, che ora
risorgono e promettono un avvenire piü florido.
Abbiamo veduto, come oggidi il commercio dei vetri esser
deve distinto in quattro categorie, e che la piü importante e
quella delle conterie e dei lavori in perle a lucerna, che pure
sono conterie, il di cui traflico, se fu assai florido nei tempi pas-
sati, presenta anche in adesso tale movimento di fondi, da ren-
dere ben soddisfatti dell’ operositä di questa specialissima industria.
(1) Filiasi, t. III.