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Volltext: Monografia della vetraria veneziana e muranese

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Car. 147. 1597, 18 nov. C. X. Proclamati Giacomo Ferro, Marco e Andrea 
Ochigni, Agostino Trevisan, andati a lavorar in terre aliene; fra 8 giorni 
tornino a Murano, pena se non torneranno di 5 anni di galera. 
Vietato il lavoro a forestieri (vedi caso c. 149 di un Fiore di Ber- 
nardo Romano, del quäle si distrugge una fornace). 
» 150. Avevano fornaci in Venezia Bonetto dal Castello e Giambattista Bi- 
gaglia, 1604. 
» 151. 1604, 11 febbraio. Una supplica di Girolamo Magagnati per lavorare 
in Murano una nuova invenzione di vetri da specchi da lui inventata, — si 
licenzia ; ed e licenziato lo stesso (c. 152,1605,13 maggio) nella sua doman- 
da « di ritornare in prisiino il forno in casa sua a Venezia che fu fatto 
distruggere a’ di passati, per vigor di un privilegio concessogli dal 
C. X. 1595, 21 settembre, di poter far vetri del color del topazzo e del 
giacinto. 
» 155. 1612, 26 ottobre Senato. I vetrai entrando nella scuola dei pater- 
nostreri, e facendo le fazioni, possano fabbricar nelle loro botteghe i so- 
liti paternostrami, essendo obbligati a fornir ai paternostreri le canne. 
» 73 tergo. 1618, 3 agosto C. X. Convenzione tra i padroni di fornace, i 
maestri dell’ arte da vetri di Murano, e quelli dell’ arte dei stazioneri. 
Pag. 75. 1622, 21 novembre. C. X Capi, cuogoli di Tesin. 
» 81. 1638, 13 giugno. Esclusi dall’arte i forestieri, anche se nativi di Mu 
rano, che non usano fern busi,.... 
» 93. 1647, 4 maggio. Si scaricano a Venezia 200,000 libbre di cenere, 
sebbene dal 1644 se ne trovino libbre 1,200,000. 
» 100. 1653, 20 agosto. Distruzione delle fornaci di Bergamo, di Cristoforo 
Sozzo. 
Car. 114 tergo. 1667, 16 settembre, prove pei maestri. 
i maestri di cristalli debbano « far due gotti, cioe un ducal scavezzo, 
con gruppo e gamba con due zupole, e una noseta con gamba, overo 
un gotto con la giandetta con maneghi in luogo della noseta. 
Li maestri da gotti di vero : una noseta con la gamba e un ducal a 
zogia e pczzotti. 
Li maestri de quari: un pistolese da 28 da spechio, e una lastra da 
mezo brazzo, dovendo farse da loro le vesighe. 
Li maestri buffadori: un pero da fresca, a fdi di mezza lira ; e una 
ingistera all’ antica. 
Li maestri da canna : tirar una canna da feraza di cristallin con fogia 
con latimo, con il suo buso perfetto, e una canna di latimo con il buso 
da speo e mare rosse ; che sia tanto buso come coda; e tutto di lira....»
	        
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