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tadini, di trasferire da Murano la sua fornace a Venezia in
contrada del Carmine, ove esistette qualche anno dopo il ca-
dere della Repubblica, condotta dai suoi congiunti. Op. eit.
sotto V anno 1736.
1746. Le fornaci erano 32, dieci di canna per conterie, cinque
per canna di vetro, cinque per canna di smalti; lavoravano
con 35 vasi. Comparto presso il Museo di Murano.
1752. Giuseppe Briati, a fronte della guerra mossagli dai propri con-
cittadini, ama la sua patria con affetto magnanimo. Educa nella
sua fabbrica artisti muranesi e lascia a Murano un attestato
del suo amore, erigendo dalle fondamenta un elegantissimo
ospizio per ricoverare in esso con pensione vitalizia 12 povere
vedove di maestri vetrai muranesi. Op. pit. sotto V anno 1736.
1758. Vittorio Mestre ottiene dal Consiglio dei X di essere esen-
tato dal comparto di Murano per manifatture di smalti e di
cristalli, differenti dalle usate fin ora. Matricola dei fioleri,
cod. eit., c-, 189 t.
1766. L’ arte si divideva in quattro classi: dei vetrieri di Murano,
dei margariteri, dei perleri, dei specchieri. Ai 17 giugno in
Pregadi furono approvati per la I classe 103 capitoli di una
nuova regolazione che fu chiamata « Capitolare, ossia matri
cola per T arte dei vetrieri di Murano » e che venne rivista
e riconfermata il 28 febbraio 1786 dal magistrato dei Censori
ed Aggiunto. Anche le altre tre classi ebbero una nuova ra-
golazione. Capitolare, ossia Matricola delV arte vetraria di
Murano confrontata nel 1787, codice cartaceo presso il Mu
seo di Murano.
» La negoziazione delle produzioni dell’ arte vetraria era deou-
duta. Capitolare, ossia Matricola dell’ arte vetraria or citata.