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Radi, assicura la materia prima all’ arte del musaico. Atti
delle solenni distribuzioni dei premi, op. cit.
4840. La filatura e tessitura del vetro per opera di Jacopo Tom-
masi fa progressi rapidissimi. II Tommasi fa giungere que-
sto manufatto ad una meta insperata ; ottiene vari premi.
B. Cecchetti, op. cit.
» I fratelli Zecchin introducono il sistema della cilindratura e
della spianatura a macchina degli specehi. Fanno spese enor-
mi e non possono tenere la concorrenza cogli specchi del-
1’ estero. Epoca nefasta. L’ industria degli specchi veneziani
si spegne a Murano coli’ ultima officina, e Venezia e 1’ Ita-
lia hanno perduto questo ramo cosi ricco e cospicuo d’ indu
stria nazionale. Degli specchi di Venezia, op. cit.
1842. Si ritenta la pittura a smalti fusi sul vetro che era per-
duta. Negrisolo Gaetano, oriondo muranese, nel 1842 ottiene
per questa la medaglia d’ argento dal veneto Istituto. Atti della
solenne distribuzione, ecc., op. cit.
1845. Abbandonata la partita dei vetri filigranati e merlati da
Domenico Bussolin, viene ripresa in piü vasta scala dal cav.
Pietro Bigaglia. II Bigaglia lavora finestroni di vetri rotondi
colorati a filigrana, stupendi vasi imitanti i graniti e le pie-
tre naturali, stira 1’ avventurina in cannelli, la rifonde e la
soffia. E premiato dall’ Istituto veneto. Per questo instanca-
bile fabbricatore, che fu premiato a tutte le esposizioni,
specialmente per 1’ avventurina lavorata in grandi masse e
per i musaici a tarsia si puö consultare: La famiglia Biga
glia e i principali suoi rami, studio storico di V. Zanetti ;
Venezia, Antonelli 1865.
1846. Giovanni Giacomuzzi inventa un genere di musaico da lui
denominato poliemblemata, che perfeziona nel 1851, per cui