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perche al principio dell’ anno lavorativo proponeva ai Magistrati
la divisione dei lavori e delle commissioni, in base alle polizze
presentate dai vetrai.
L’ arte riceveva adunque ordinamenti dal Coverno mediante
leggi generali e determinazioni di magistrati subalterni, e dalla
propria rappresentanza. Aveva nella mariegola le norme model-
late sulla legislazione politica, o deliberate nelle proprie adunanze.
Sulla fine del secolo XIII 1’ arte dei fiolcri aveva, come dissi,
il proprio capitolare. Poteva dirsi arte dei « veriselli, » — che ebbe
serio svolgimento soltanto nel secolo XIV. Sola attestazione con-
traria e il cerino del cronista Da Canale. Nessun altro documenlo
ne monumento ce n’ e rimasto.
Nel 1400 harte produceva giä opere mirabilissime, e in alcuna
parte tuttora non superate: per esempio la pittura a smalto (1).
(1) Sorive il Lazari, illustrando un vetro custodito nel Museo Correr in Venezia:
« Coppa nuziale, del 1440 circa, in vetro azzurro messa a dipinture di sinaito
ed a dorature a fuoco, con piedi a tromba; altezza totale della coppa col piede 18
c., apertura alla bocca, diam. 20. Le pareti della coppa si adornano di due meda-
glioni tra fregi d’oro, entro 1’ uno dei quali e il busto di un giovane in berretto e
costume italiano della prima metä del quattrocento, rivolto di profilo a manca, e che
stringe colle mani una paltna, nell’ altro, un’ effigie di giovinetta di profdo a destra,
con bizzarra cuffia sul capo rialzata sopra la nuca. Tra i tnedaglioni, due gruppi di
figure ; P uno esprime una cavalcata di sei donne verso una fonte. L’altro ce ne mo-
stra quattro svestite ed immerse nella fonte, e due ritte ai lati di essa. Chiudonsi le
dipinture tra due fasce di dorati arabeschi, ed altri ricuoprono il piede.
L’ arte muranese del medio evo non ci tramandö monumento piü singolare e
prezioso di questa coppa. Se la ho detta nuziale, gli 6 perchö ravviso ne’busti P ef-
figie di due sposi ; la data approssimativa del 1440 e giustificata dal loro costume.
I busti sono di corretto disegno e di finitissimo lavorio; non altrettanto puö dirsi
delle tigurine muliebri alquanto tozze. Il gusto dei fregi dorati k squisito, ma stante
la difficoltosa applicazione dell’ oro alla superflcie del vetro, molti se ne perdettero,
e appena una lieve appannatura ne indica P andamento. La vetrificazione degli smalti,
massime di alcuni colori, non riusci guari a bene. Avuto riguardo all’epoca ed alla
qualita del lavoro, parmi non si possa attribuirlo ad altri meglio che ad Angelo Be-
roviero, di cui ho detto poc’anzi. »
(Notizia delle opere d' arte e d' antichitä della Raccolta Correr di Venezia,
scritta da Vincenzo Lazari; Venezia, tip. del Commercio, pag. 06).