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VIII.
Gli specchi. — Specchi di acciajo. — Francesco Redor. — I fratelli Dal
Gallo. — Mariegola degli specchieri. — Loro emigrazioni — Colbert. — Spia-
natura e lustradum degli specchi. — Cornici. — Murano in questo manufat-
to raggiunge una fama imperitura. — 11 Consiglio dei X. — Sebastiano Mo
hn. — Nuovi Capitoiari.
Un ramo della Vetraria da noi pur troppo perduto per sempre
e quello degli specchi. Sono troppo considerevoli i vantaggi della
natura, i mezzi dell’ arte e lo sviluppo commerciale dei fabbricatori
stranieri, per poter lottare in qualcbe modo, anche tenue, con
essi. Merito d’ uno specchio muranese erano specialmente Je di-
mensioni considerevoli, fino a che la lamina veniva formata a sof
ft 0 • Sostituito a questo metodo quello a colatura, e resa migliore
la composizione dei vetro, gli specchi muranesi decaddero, ed ora
non vivono che nella fama.
Nel libro « La manufacture des glaces de Saint-Gobain de 1665
ä 1865, histoire d’ une des compagnies fondees par Colbert » (Pa
ris, Racon et Comp., 1865, di pag. 192) il signor Agostino Cochin
membro dell’ Istituto di Francia, che mi fece 1’ onore di consul-
tarmi, ci rese questa giustizia: « Puisque nous avons derobe ä
Venise ses miroirs, industrie qui n’ existe meme plus ehez eile,
il est juste d’ en rappeier le Souvenir, et cela n’ est pas inutile ä
notre propre instruction. Colbert prit ä Venise les procedes, mais
aussi les reglements. »
Dopo il tentativo dei 1317 che abbiamo accennato, puö cre-
dersi che in Venezia continuasse V uso degli specchi d’ acciaio,
non cessato dei tutto neppure nel secolo XVI. Infatti Francesco
Zamberlan, nel 1572 (1) godeva di un « privilegio per specchi
(1) Veggansi la mariegola degli specchieri dei secoli XVI e XVIII nella Rac-
colta Cicogna annessa al Museo Correr, codici 2810 e 2811 ; un sommario della