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[ lavoratori di specchi si riunivano in corporazione o scuola
nel 1570, ed i capitoli della loro mariegola deliberati da 60 del-
F arte, ed approvati dai Provveditori di Comun e dai Giusli-
zieri Vecchi (1569, 28 febbraio m. v.) furono pubblicati. Sei pre-
sidenti furono posti dapprima a capo dell’ arte. Vennero prescritte
le prove pei capimaestri, i quali dovevano dimostrare di saper
spianare e lustrare un vetro della misura da i7 e mettergli la
foglia.
Cominciarono anticamente le emigrazioni nel Veneto : a Pa-
dova, Vicenza, Bassano. Giungevano da Alemagna specchi nel
fondaco den Tedeschi; ma gl’Inglesi estraevano da Venezia quelli
muranesi, greggi, o i quari da specchio. Colbert diede all’ arte
F ultimo colpo ; e le diresse tutte le seduzioni per toglierle gli
operai migliori. Giä prima di lui la merce rimaneva invenduta.
Nel 1622 la corporazione prendeva a prestito ducati 10,000 « per
far un sovvegno che comprasse gli specchi dai confratelli poveri,
rivendendoli poi con vantaggio. »
Come lo Zamberlan, Giovanni Groce offriva al Consiglio dei
Dieci di comunicare all’ arte un secreto per render migliore la
politura e la spianatura degli specchi. II Governo stimava conve-
niente che sopra ogni quaro lavorato con quel nuovo metodo
fosse assegnata al Croce una contribuzione. Ma gli specchiai,
presentatisi al Consiglio dei Dieci (1719, 21 maggio), rifiutarono
di usare quel secreto.
I magistrati, ingerendosi nei particolari tecnici dell’ arte, vie-
tavano certi metodi di spianatura e lustratura, ritenuti noce-
voli. Dovevasi spianar sulla pietra, lustrar sulla tavola, e non
con tappi (1). Le cornici (casse) degli specchi (luse, lustro),
e gli specchi stessi specialmente se difettosi, erano dipinti dai
miniatori e dipintori. Erano di ebano con oro,"di rimesso in-
(1) Le botteghe ed officine da lavoro di specchi erano nelle contrade di S. Felice,
S. Sofia, Ss. Apostoli, S. Canciano, S. Maria Nova, S. Marina, S. M. Formosa, e S.
Zulian. Erano visitate dal Gastaldo nelle sue camminate inquisitorie.