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quali sono compresi naturalmente 3 provincie lombarde, l’Istria,
la Dalmazia, il Levante, e per alcun tempo i paesi di oltremare.
Ora questa Venezia, che per la sua potente influenza nell’ in-
civilimento universale noi siamo soliti a porre assieme alle piü po-
derose nazioni, altro non era che uno Stato brevissimo. Sieche
la splendida parte che essa ha nella storia politica cresce a dis-
misura quando si considerino il territorio e le popolazioni alle
quali era circoscritta.
Come adunque puö chiedersi (o adesso sperarsi) che Venezia,
cittä di appena 200,000 abitanti, anche nella sua maggior flori-
dezza, — o meglio un’ isoletta — Murano — gareggiasse nel lavo-
ro dei cristalli, degli specchi e in altre manifatture colla Fran-
cia e colla Germania? Come dimenticare i mezzi della natura e
le vaste proporzioni della produzione in quei paesi?
Meraviglioso e adunque ancor piü che poche genti abbiano
saputo levare a si alto segno una industria, colla sola bravura:
ne siano state superate mai nella bellezza di certi prodotti — co
me i soffiati di lusso ; ne vinte dagli stranieri nel lavoro degli
specchi, dei cristalli e dei vetrami di consumo, se non dalla quan-
titä delle forze economiche e delle proporzioni tanto maggiori della
produzione.
Circa poi alla scienza 1’ accusa non ha grande fondamento.
Che cosa era la scienza (dico la chimica dalla quäle venne
alla Vetraria maggior luce) prima dei secolo presente ?
E la Republica Veneta respinse sempre le migliorie della
scienza? — Vediamo invece quali tentativi essa abbia fatto per
render migliore la costruzione dei forni, e per introdurre nuove
materie prime, e nuove foggie di vetri.
Costruzione dei forni. Erano proposte nel 1774 alcune modi-
ficazioni dal conte Carburi, chimico pei tempi di qualche nomi-
nanza ; il Governo ne raccomandava 1’ attuazione (1) affinche gli
oggetti di vetro con vn maggior grado di fuoco riuscissero piü
(1) Senato, Terra, 20 agosto 1774, 2597.