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Bottiglie ad uso d’ Inghilterra. — Attraggono 1’ attenzione della Repub-
blica. — II magistrato dei censori. — Progetti di fabbricazione. — II vetrajo
Motta e il prof. Arduino. — Le bottiglie rauranesi e le inglesi, e loro raf-
fronto. — Zuan Francesco Correr. — I nuovi esperimenti. — I forni inglesi e
il carbon fossile. — Proclama dei censori. — Giorgio Barbarin. — Nuove cor-
porazioni.
Prodotti. Un importante prodotto della Vetraria richiamö 1’ at
tenzione della Republica negli Ultimi anni della sua vita: le bot
tiglie ad uso d’ Inghilterra.
Trascorsero oltre ottant’ anni e la questione ridiviene attuale :
facciamo che non finisca in nulla.
Si chiese il parere della scienza e dell’ industria. Il magistrato
dei Censori raccolse informazioni dal prof. Arduino e da vetrai.
Questi presentarono conti piü propri a sconsigliarne la fabbrica
progettata che ad incoraggiarla. Per 380 bottiglie si richiedevano
libbre 473 di cenere di fornace (1), a lire venete 60 al 1000,
sarebbero quindi costate lire ven. 461, una lira e 4 soldi (55
cent. italiani) ciascuna (1790, 17 settembre).
L’ allestimento di una fornace (non compreso il dispendio pel
fabbricato) sarebbe costato ducati effettivi 2920 ; i salari di un
anno 36,600.
Le spese subirono nell’ esperimento qualche riduzione. E Ste
fano Motta dei fu Antonio, scelto a tentare la prova, conchiuse
che 1500 bottiglie sarebbero costate lire ven. 825, cioe soldi ve-
neti 11 1’una, prezzo ancora molto considerevole in quell’ epoca.
Egli usö quasi sempre la soda, ma non trascurö affatto le ceneri
dei forni da mattoni, che il prof. Giovanni Arduino gli eonsi-
gliava anzi di usar sole ; indicandogli anche allo stesso uopo un
(1) Cioe di legna bruciate nelle fornaci di pietre, e contenenti potassa.
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