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semivetro, quarzo scoperto allora nei dintorni di Praglia nei colli
del Padovano, e la sabbia solita ad usarsi nelle fornaci muranesi.
Alcune bottiglie venivano presentate dai vetrai Mestre, Zuffo c
Rossetti (1). II prof. Arduino le confrontö colle inglesi, piü pe-
santi e meno fusibili, ed osservö benissimo che « la proprietd
comunemente attribuita alle bottiglie d’ Inghilterra, di conservare
i vini meglio di quelle di altri paesi, e per la quäle tanto ven-
gono ricercate, e credibile dipenda principalmente dall’ indole
particolare dei materiali dei quali sono formate. » Reputava che
gl’ Inglesi e i Francesi non si servissero della soda e della po-
tassa, ma di piante deposte dal mare sulle spiaggie, e delle felci,
cioe, in fondo, della soda. Aggiungeva di avere esperimentato fino
dal 1779 le ceneri delle felci del litorale veneto, e anche quelle
dei vegetali bruciati nelle fornaci di embrici e mattoni, — per
incarico del n. u. Giambattista Minio ccnsore; il semivetro, o
vetro fossile (quarzo, ch’ egli ancora giudicava di formazione
ignea) essendo alquanto refrattario, sarebbe stato piü acconcio
a fornire una buona porcellana, mescolato a certa argilla bianca
del Tretto nei territorio vicentino. Descrisse ( 1790, 20 luglio )
gli assaggi fattine, unito a metd del suo peso di manganese del
monte Civillina di Schio, e ai basalti neri dei colli Padovani.
Ma non parve ai Censori che il quesito fosse sciolto, e lo affi-
darono al n. u. Zuan Francesco Correr, studioso della chimica.
Narra egli in una sua scrittura 30 agosto 1790 di aver seguito
il metodo di Geoffroi il giovane. L’ Accademia Reale di Francia
aveva incaricato questo celebre chimico di fare alcuni esami su
certe bottiglie allora introdotte in quel regno. Il di lui giudizio
fu che quelle bottiglie, essendo facilmente intaccabili dagli acidi,
non potevano conservar bene il vino.
Il Correr esperimentö le bottiglie inglesi e quelle muranesi
coli’ acido solforico, chiuse ed aperle, per due mesi, e rimasero
(1) Giov. Ant. Vistosi detto Gazzabin s’ ora oflerto nei 1753 a lavorar botti
glie ad uso d’ Inghilterra a soldi 8 1’ una.