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cenza di erigere fornace (1791). Presentatane supplica agli Inqui
sitor! di Stato, fu esaudito : e piantö la sua fornace di faccia la
chiesa di S. M. dei Gesuiti. I campioni dolle sue bottiglie furono
dal Governo trasmesse ai Consoli di Genova, Palermo, Barcelo
na e Lisbona; poi recatosi in Spagna, Portogallo, di nuovo in
Inghilterra e in Olanda, v’ imparö migliorie nella costruzione dei
forni, e fu inscritto per sua domanda fra i capimaestri Murane-
si, come padrone di fornaci (1). Yendeva le sue bottiglie a lire
venete 60 o 30 italiane al cenlinaio (12 soldi l’una; i soveri co-
stavano 50 soldi il %). Si usavano pei vini, per le acque mine-
rali e pei liquori.
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Furono conseguenza delle tradizioni e delle abitudini antiche
i tentativi di associazioni fra vetrai, non scevre da spirito di mo-
nopolio. Non trovando nelle consorterie, per motivi estranei, la
prosperitä dell’ arte, come un tempo, non si ricorreva giä alla
concorrenza o alle migliorie, frutto delle scienze ; ma a nuove
corporazioni. Tali furono la compagnia proposta da alcuni rnar-
gariteri e paternostreri nel 1720, ma che nel capüolo da loro
convocato non riportö che 2 voti su 78; una compagnia di nc-
gozio progettata nel 1745, e giudicata da un Collegio eletto dal
Consiglio dei Dieci (2) « contraria alla liberlä dei traftico, all’ uti-
litä dei commercio e al bene comune dell’ arte; » infine una So-
cietä composta di tutte le persone dell’ arte, maestranze e con-
duttori, che si sarebbe instituita in Murano con un capitale este-
ro di ducati 300,000 al solo interesse dei 5 p. %. Avrebbe avuto
sedici fornaci. II progetto presentato (1779) dai gastaldi cd ag-
giunti delle maestranze dell’Arte Vetraria, mirava a far che si
avesse « sempre preparato il sortimento di ogni sorte di mani-
fatture, tanto inservienti agl’ interni consumi e alle quattro arti
(t) Inquis. di Stato, Annotaiioni, 1793, 16 aprile.
(2) Cons. X, 24 sett., Comuni, f." 102Q.