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speciale e tutta loro propria, la pcrizia del lavoro a mano volan-
te, e il magistero della pinzetta. Questa prerogativa non fu mai
spenta : essa venne trasmessa di padre in figlio, di famiglia in
famiglia, ed anche allora che si credeva perita, non lo era ; era
una scintilla languida e, se pur si voglia, mezzo morta, ma tale
da divenire possente e prodigiosa, come si vedrä al primo riscuo-
terla e risvegliarla. Frattanto tramontava il secolo XVII e sor-
geva il XVIII e harte dei vetri a soffio muranesi viveva, ma non
di vita classiea : vetrai che tentarono di riprodurre con isforzi
le opere dei loro padri, anche nel tempo della decadenza tra noi,
ve n’ ebbero sempre, ma harte non era piü arte, perche non si
poteva fare a meno di non sentire h urto che tutte le arti belle
avevano subito. Tutta la partita che io comprendo sotto il nome
generico di vetri soffiati di Murano piü o meno si produceva
anche nei secoli XVII e XVIII, ma non erano piü le precipue
doti di tali manufatti la leggierezza e la forma ; la forma alterata
per il gusto viziato delh epoca aveva necessariamente portato seco
anche la pesantezza. Ma di ciö dirö meglio qui appresso.
II.
Giuseppe Briati nel secolo passato tenta di rialzare il manufatto di cui si
parla. — Studi, sfoi zi, innovazioni ed opere di questo valente industriale. —
La Repubblica lo sostiene e largheggia con lui in privilegi. — Arricchisce ed
acquista una fama imperitura. — Muore beneficando i propri concittadini che
1’ avevano perseguito. — Come finisce la sua officina.
Fin qui non ho fatto che premettere alcune indispensabili
nozioni. E adesso adunque che incomincia la mia pagina di sto-
ria ; essa incomincia col Briati per tinire con Salviati, ed abbrac-
cia piü che un secolo. Io cercherö di camminare per la via piü
breve, farö una rapida scorsa, dacche non intendo di scrivere un
libro, sibbene una pagina.