77 —
dorature a fuoco sui vetri, e nello stabilimento di ragione della So-
cietä in Venezia stessa si piantava la nuova scuola, e quest’altro
ramo risorgeva. In quella scuola s’ accoglievano il Tosi di Murano,
il distinto giovine pittore veneziano sig. Bearzotti e il sig. Ber-
nardi. Nel 1868 all’ esposizione nel palazzo ducale, ove la mostra
Salviati sfolgoreggiö come prima, si poterono quindi ammirare i
vetri smaltati e dorati, tra i quali un piatto di considerevole gran-
dezza portante 1’ incoronazione di Arianna, tratta dal Tintoretto,
piatto che veniva acquistato dai Principi Umberto e Margherita.
E dacche tocco un tale argomento dirö, che la scuola di cui parlo
sussiste tuttora molto progredita. Peraltro se i disegni sono inap-
puntabili, le tinte degli smalti lasciano a desiderare molta parte
dell’ antico sistema con cui tra noi dipin gevasi a fuoco sul vetro.
In ogni modo questo genere di lavoro, che abbellisce ed arric-
chisce la manifattura, e ricercalo e va innanzi assai bene. La ri-
petizione delle lampade egizie per il vicere d’ Egitto, 1’ altra della
coppa Barovier esistente al museo civico di Venezia e il colossale
bacino rappresentante la battaglia di Lepanto, per non ricordare
altre opere, e il grandioso bacino destinato a mostrarsi a Vien
na, sono documenti vivi che concorrono a comprovare qucllo che
alTermo.
XVI.
L’ arte progredisce mirabilmente. — Esposizione veneziana nel palazzo dei
Pogi. — I prodoiti del Salviati dal 1867 al 1870 ottengono ben dieci grandi
medaglie. — Premi agli arlisti. — Scrittori e personaggi illustri che visitano
1’ officina Salviati. — S. A. il principe Umberto e Margherita di Savoja. —
Premiano il capo maestro Antonio Seguso. — Gli artisti premiati dalla Societä
stessa.
Se i nostri vetri a soffio si fecero a Parigi molto onore, lo
raddoppiarono in tutte le altre successive esposizioni. Questo di-
mostra, che 1’ arte da sei anni ad oggi non e stata, si potria dire,