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adesso seriamente occuparmi, dacche la monografia di Lina vasta
ed importantissima industria, com’ e la vetraria veneziana e mu-
ranese, non deve restringersi ad una narrazione puramente sto-
riea, che e quanto a dire ad uno studio speculativo soltanto, ma
pur anco pratico. — Venezia e Murano, le sedi vetuste dell’arte del
vetro che imposero i propri manufatti al mondo ed insegna-
rono l’arte stessa a mezza Europa per il risorto ramo dei vetri
soffiati di lusso o ad uso antico, hanno salvato il decoro e l’onore
dell’ industria, non perü gl’interessi nella parte piü vitale di essa
che stanno intieramente legati alla fabbricazione dei vetri di uso
comune. Svolgendo quindi un tale argomento, che si deve rico-
noscere per vitalissimo, intendo in modo principale di scuotere i
nostri capitalisti e gli amanti delle patrie industrie a volere sos-
tenere questo ramo, che salverä l’intiera industria e nel tempo
stesso la parte artistica della medesima.
Per vetri di uso comune lasciando gli speccbi, le lastre, le carn-
pane e le bottiglie, ch’ entrano pure in questa partita, ma di cui
mi occuperö particolarmente, non devono essere intesi i vetri sof
fiati verdi, di cui si fa ancora spaccio nella massima parte limi-
tata alla povera gente ed a pochi usi, come le bottiglie per il ma-
raschino di Zara, ma piuttosto tutti quei vetri soffiati di cristallo
e di mezzo cristallo e in colori, a stampo od altrimenti che, non
entrando nella sfera dei prodotti consimili detti assolutamente di
lusso, vengono adoperati nella massima parte anco dalle famiglie
della borghesia e che servono ad usi infinit! nella vita ; in una
parola, quei vetri di cui si fa lo smercio piü ingente e che costi-
tuisce la parte piü vitale dell’industria vetraria.
Ciö premesso, prima di passare oltre, dirü una parola sui pro-
cessi tecnici usati dalle nostre officine di vetri comuni.
I processi tecnici seguiti da queste fabbriche nella prepara-
zione del vetro consistono nel neutralizzare le terre silicee (ri-
traibili dai monti dell’ Istria) saldame di Pola, o dai monti del
Vicentino e del Friuli, coi carbonati o solfati di soda piü o meno
puri.