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prodotli industriali.. ovvero merci, essi difleriscono cio nutlameno dagli aSlr
in quanto che non servono ai bisogni della vita ordinaria, non vengono rapi-
damente usati o eonsumati e meno ancora influenzati dalla cangiabile moda. —
Inoltre anco il fine al quäle si produssero tali oggetti e piü elevato e püi no
bile, avvegnache tutte le cose congeneri sieno deslinate a eontribuire al rac-
coglimento dell’anima ed a provocare in complesso una impressione edificante
e solenne. »
E quindi aggiünge ancora:
« Quanto piü adunque gli artisti e i fabbricanti lavorano ncl Senso di que-
sta, certamente fondata apprezzazione, quanto piü in seguito a ciö, precipuamente
negli Ultimi decenni uno slile maggiormente seVero apparisce in tutti i rann
delle arti ecclesiastiche, quanto piü profondo e sagace si manifesta per ogni
dove il lavorio, tanto piü tranquillamente e partitamente ed indipendentemente
meritano d’essere osservate, esaminate ed apprezzate Ie opere dell’arte e del-
1’ industria destinate a scopi di culto. — Ui piü; la lodevole tendenza a rag-
giungere delle norme di Stile piü severe, la quäle si manifesta in tutte le parti
delle arti ecclesiastiche, riconduce lo spettatore sul terreno delio sviluppo sto-
rico dell’arte, ben lungi dagli articoli di lusso, i quali quantunque attraenti non
hanno perü altra rnira che quella di allettare. »
Cosi la Commissione generale austriaca: la quäle non fu che la interpretc,
e la eco, di quel genio tedesco che per proeedimento anaiitico, sotto ogni forma
indaga e trova lo spirito; triste e quasi fantastico in religione, panteista in
lilosotia, niistico in arte, assottigliatore nella scienzu, lirico nclle lottere, pitto-
resco nella favella, profondamente soggettivo in tulto. — E quasi a correttivo
dell’ impulso che la spingeva alla costituzione e designozione di questo gruppo,
quasi a tutela del troppo cammino che il genio proprio lasciato a se stesso vi
avrebbe percorso, quasi a sicurezza che lo stretto legame fra il pensiero e la
materia sarebbe slalo ognora mantenuto, di questa parte dell’Esposizione Uni
versale affidava la presidenza all’Italia: al popolo cioe di quella contrada, nella
quäle le nebulöse tradizioni pelasgiche si rivelano cotanto ingentilite nelle gra
ziöse forme dell’Etruria, ove si fece semplicemente severa l’arte greca, e mu-
tato stile divenne, per Numa cittadinesca in Roma: ed ove poi l’arte eristiana,
insofTerente del peso della tradizione bizantina e della nebbia medioevale ger
manica, sciolta da ogni pastoia, mosse agile, palpitante e grandiosa nelle vie
di Masaccio e del Brunelleschi, di Raflaello e di Michelangelo, e Gnalmente di
Antonio Canova, in Vienna tanto presente e grandissimo.
Le arti, che sempre sono la esplicazione di una idea, e le inditstrie, che a
tale esplicazione si prestano, subiseono tutte le evoluzioni e moditicazioni che
quella subisce nell’ordine dei tempi e nello svolgimento dell’opinione e dei
eostumi, onde e che, quelle arti e quelle industrie ehe sono connesse eoi culti,
han proceduto e proeedouo seeondo lo spirito e la intenzione loro. — Mira-
bile e ad un tempo confortante, e l’analogia del puro roncelto religioso, del
quäle s’informö l’elä la piü remota: egualmente lo e e il suo sviluppo, e l’ul-
tima sua applicazione, nei libri che furono la sapienza e la doltrina dell’anti-
chita. — Dal Pentateuco si dilfonde un’onda di veritä e di luce, che irradia i
Veda, i Zend-Avesta, gli Edda, i Voluska, il Koran, da cui scatnrisce una mo-