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musaico ornamentale a tarsie di smalti, il primo donato a Napo-
leone I, il secondo a Francesco I e Carolina Augusta d’Austria,
furono, per cosi dire, l’inizio di questo genere di lavori, che dap-
poi crebbero e moltiplicarono considerevolmente. Infatti dal 1838
al 1850 quelli che fecero progressi rapidissimi e portarono ad
un grado di perfezionamento e per i disegni e per la qualitä delle
tinte e per esattezza di esecuzione i musaici a tarsie di smalti ap-
plicati a legni ed a mobili, furono i Giacomuzzi padre e figli di
Venezia. Anzi Giovanni Giacomuzzi figlio, nel 1846 invento un
genere di lavoro che perfezionö nel 1852, tutto nuovo nel campo
dei musaici di cui favello. Questo genere tutto speciale inventato
dal Giacomuzzi e da lui chiamato poliemblemata consisteva nel
disporre vari pezzi di vetro in forma di prismi della lunghezza di
un mezzo piede a base variata ed uniti insieme da formarne un
solo tutto, e combinati in maniera da offrirne i piü eleganti di
segni, non tornando necessaria che la segatura per averne mol-
tiplicato gli esemplari. Non era che un musaico massiccio che
dair una all’ altra superficie in tutto lo spessore conservava il
medesimo disegno, onde tagliato in sezioni moltiplicava i tipi
quant’ erano le sezioni in cui veniva diviso. Di qui un’ esattezza
di lavoro inappuntabile e il vantaggio del minor prezzo in causa
della semplificazione del lavoro e del minor tempo occupato. 11
tavolo che il Giacomuzzi, con generositä pari alla sua valentia, donö
al museo di Murano lavorato col sistema ora ricordato e una
prova luminosissima dell’ asserto. Non ricorderemo gli altri lavori
piü minuti fatti dal Giacomuzzi collo stesso sistema, ne i piü
ricchi ed i piü grandiosi per i quali aveva apparecchiati i disegni
degni dell’ aule dei principi e dei re. Giovanni Giacomuzzi ebbe
eoadiutore valentissimo in queste opere il fratello Giuseppe, che
tuttora eseguisce lavori di questo genere ma minuti.
Ai Giacomuzzi nei musaici a tarsie di smalto tenne dietro quasi
nella stessa epoca il nostro cav. Pietro ßigaglia, nel cui laboratorio
ebbe eziandio artisti valenti di Roma. 11 Bigaglia, valentissimo nella
fabbricazione dell’ avventurina profondeva nei lavori a tarsie que-