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musaici di conterie che ricordo soltanto perche non rimanga obliata
alcuna cosa.
Da quanto sono venuto fm qui esponendo sui musaici veneziani
ognuno puö facilmente conchiudere che se si eccettuino il grande
stabilimento del Vaticano a Roma e quello di Pietroburgo soste-
nuti dalla munificenza di regnanti, questa partita artistica ed in-
dustriale dal 1500 in poi non si e mai trovata a Venezia ne il
altri siti in una posizione cosi opportuna, cosi vasta ed impor
tante come lo e a’ giorni nostri. Anzi volendosi dare il primato
nei riguardi estetici alla scuola del musaico veneziano in quell’ etä
nella quäle essa vantava a maestri ed a giudici, oltre che inar-
rivabili esecutori, i luminari piü sfolgoranti della pittura, questo^pri-
mato non si poträ accordare giammai sotto 1’ aspetto industriale.
Ed in vero, si puö francamente asserire che il grande concetto del
Salviati di fare del musaico una vasta industria artistica abbia
avuto a Venezia il suo avveramento. Infatti Venezia in nessun tern-
po pote contare un numero considerevole di artisti ed operai oc-
cupati nelF arte musiva quanti ne sono occupati adesso e parimenti
in nessuna altra epoca rivesli de’ suoi musaici i templi, le aule
pubbliche, i teatri, i palagi, i cimiteri delle varie nazioni, come fa
al presente. Questo e un reale ed immenso progresso, e lo
si deve ad un supremo elemento creato principalmente da due
grandi fattori, il buon mercato conseguito dal nuovo sistema di
esecuzione e dal prezzo minimo della materia prima; e ciö che
ha reso il musaico veneziano ai nostri giorni una grande ed im-
ponente arte industriale. Il vetro adunque non solo entra nei mu
saici veneziani come materia prima che apparecchia la tavolozza
al pittore, ma eziandio come uno dei principali fattori che ha per
sua parte sviluppato e fatto progredire la bella e ricca manifat-
tura. Ma questo elemento, questi fattori, che hanno messo Venezia in
possesso di un’ arte industriale sfolgorante ed imperitura, la quäle,
oltre molti vantaggi materiali, le ha portato e le porta rino-
manza e gloria, non si deve obliarlo giammai, si resero vivi
c gagliardi per il genio, per la intraprendenza, e per la coslanza