GO
ESl’OSIZlOiNE CAVALLIKA.
Ocbbo far rilevare eziandio che e urgentisshno impedire che vengano
esportate all’estero le puledre ottenute dai recenti incroci. Da tre anni un
nuinero considerevole di puledre da 6 a 18 mesi viene nell’ Italia superiore
acquistato per la Francia e per la Svizzera e noi perdiamo cosi uno dei
piü validi e sicui’i mezzi di incremento e di perfezionamento della nostra
produzione cavallina.
La perfezione delle madri e degli stalloni non basta a garantire la bontä
dei prodotti, se non e coadiuvata da buona dose di intelligenza e di denaro. Noi,
in Italia, difettiamo di un Manuale che contenga sani principi teorici e cogni-
zioni pratiche su questa materia, che sia redatto con chiarezza e semplicitä ed
ove ciascuno possa trovare, a posto sieuro, quegli insegnamenti che si addi
cono alla specialitä a cui intende applicarsi. Io sono d’ avviso che il Ministero
d’agricoltura e commercio renderebbe un segnalato servizio agli allevatori
italiani, ottenendo di poter far tradurre c pubblicare l’opera sull’allevamento
dei bestiamc dei signor Settegast, professore e direttore della R. Scuola di agri-
coltura di Prosckau, lavoro che tratta magistralmente della moltiplicazione, dei
miglioramento, della custodia, di tutto inline ciö che puö interessare le specie
cavallina, bovina, ovina e suina.
Dal Ministero della Guerra sino al piü modesto dilettante di cose ippiche;
dallo zootecnico di professione al giornalista che non tratta e non studia
profondamente la questione nelle sue cause, ma la vede chiara pur troppo
nei suoi efletti, non si ode che lamentare la nostra mancanza di cavalli. Ta
luni, con un pregiudizio ingiustificabile, fanno persino risalire la colpa di
tale difetto alla esistenza dei pochi Depositi governativi, popolati da poco
piü che 250 stalloni, arabi, inglesi, prussiani e francesi. E sc non avessimo
per nostra Ventura gran copia di fatti e di cifre per ridurre tosto al silenzio
cotesti singolarissimi ragionatori, non potremmo forse impedire che i nostri
mi diori stalloni fossero venduti all’asta pubblica per essere condotti a com
plctare Depositi stranieri, ove, se non il numero, ci si invidia la bellezza e
la valentia dei nostri riproduttori.
La situazione non e troppo lusinghiera, ne io mi sono studiato di ren-
derla tale a dispetto della veritä, che credo mio dovere di far conoscere al
paese ed ai Governanti. , . .
E 1’ uno e gli altri, che vogliono mantenere il nome d’ Italia rispettabile
c rispettato in faccia al mondo; essi che sanno quanto a ciö contribuisca il
possederc un esercito bene organizzato e ben fornito; essi a cui non manca-
rono sin qui i generosi ardimenti e che non indietreggiarono dinanzi a no-
biü sao-rifizi, non si rieuseranno a sovvenire, con fermezza di proposito ed
idee larghe e radicali, istituzioni, le quali non sono che apparentemente causa
di dispendio, e la di cui utilitä, meglio che logicamente dimostrata, e trion-
falmente documentata dall’ esempio di altre nazioni che, dopo averci seguiti,
ora ci hanno di gran lunga sorpassati. E sarebbe nostro danno e nostra
vergogna se, tanto maggiormente favoriti per feraeita di suolo e per mitezza
di clima, ajutati dai loro ammaestramenti, restassimo ancora lungamcnte in
queste deplorevoli condizioni d’ inferioritä.