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borsa, anziche in opere commercialiemarittime.Un’altra
ragione che impediva l’accesso alle scuole era questa (1),
che i capitani mercantili superavano il bisogno, poiche
il loro numero eccedeva quello delle navi veleggianti.
Ne si credeva che questo fatto potesse in avvenire ces-
sare, e che quindi si manifestasse la necessitä di nuovi
capitani mercantili! Riusciva pure assai dannosa (2) la
renitenza dei giovani a dedicarsi a questi studi. « Dalla
nostra scuola reale, confessa il direttore, nessuno o quasi
nessuno esce per avviarsi all’ arte nautica. »
Ma un fatto che il direttore non diceva (e che pure
fu causa precipua di decadenza e continua ad esserlo), e
che non vi aveva, e non vi ha nemtneno ora nel 1873,
l’obbligo di frequentare la scuola per avere la patente
di capitano mercantile o di costruttore navale. Si noti
perö che ai capitani, i quali avessero compiuto con lode
il corso nautico pubblico, erano condonati due anni di
navigazione dei quattro che si richiedevano per conse-
guire la patente; ne si dimentichi che i tre premi isti-
tuiti dalla camera di commercio di Venezia, dovevano
agevolare 1’ ingaggio degli alunni a bordo i bastimen-
ti, e non si potevano percepire, se prima non si avesse
esibita la matricola d’ inscrizione nel ruolo dell* equi-
paggio. Questi Ultimi veramente erano un grande sol-
letico pei poveri alunni, ed ultimamente, nella speranza
di meritarli, molti accorrevano alla scuola di nautica.
Ma spesso si eludevano poi e la camera di commercio e
l’ufficio portuale: e dopo rieevuti i denari, non mancava
(1) Prospetto ecc., p. 102 (a. 1864-65).
(2) Prospetto ecc., p. 104. (idem).