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leri di Muran, di far trarre dai boschi per le loro fornaci
fmo a mille carri di legna qualunque. 22 novembre, M. C.
Zanetta, c. 37 t.
1289. I Muranesi luvorano il fanale da porsi sulla torre del molo
d’ Ancona. M. C., Zanetta c. 63.
1291. Per una parte presa nel M. Gonsiglio (8 novembre) tutte
le officine esistenti in Venezia vengono concentrate nell’ isola
di Murano, dove ne preesistevano varie. M. C. Avogaria di
Comun, Cerberus, c. 11 t.
1295. II Doge e la Signoria potevano concedere ai vetrai mura
nesi di lavorare vetri per le osterie in ogni tempo, allor-
quando lo avessero creduto opportuno. M. C. Pilosus, c. 66.
1300. Si lavoravano lenti per occhiali di cristallo di rocca, e si
vietava di contraffarle col vetro. Capitolare delle arti cit.
1301. I giustizieri vecchi davano licenza a qualunque volesse di
far lenti, per occhi di vetro, purche si vendessero per vetro:
vitreos ab oculis ad legendum, e facevano grazia a France
sco figlio di mastro Nicolö chirurgo di lavorare occhiali di
vetro: de faciendo oglarios de vitro e di venderli in Ve
nezia, non ostante il capitolare dei cristallai. Capitolare delle
arti. cit.
1305. I Muranesi ripetevano un altro fanale per gli Anconitani,
cd a questo fine quella cittä aveva spedito un ambasciatore
speciale. M. C. Capricornus, c. 94.
1315. L’ arte vetraria arricchiva in Murano i propri cultori. Bar-
tolomeo Tataro distinto liolajo abitante nella contrada di S. Ste
fano, oltre a molti legati, lasciava una proprietä di terra e