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S P F C C H I
XXVII.
Ferche se ne parli. — Stato di questa industria dal 1815 al 1840. — 1
nostri tentano di ripetere il processo del lavoro degli esteri. — Per quali ra-
gioni periva il celebre manufatto. — In quali misure si potrebbe far rivivere.
La fabbricazione degli specchi, dacche peri in Murano, man-
ca in tutta 1’ Italia. Trattandosi di un ramo che piü tra noi non
sussiste, parrä strano a taluno che io ne parli, tanto piü che in
quanto alle sue origini ed al suo illustre passato fix detto nella
Parte antica. Io perö non credo inutile il presente cenno che,
mentre farä conoscere come questo celebre manufatto sia tra noi
perito, esprime un voto perche a Venezia, o almeno in quäl che
altra provincia italiana si tenti di far rivivere.
Fintantoche gli specchi veneziani non contarono rivali o a dir
meglio furono soli, era cosa facile e naturale il loro smercio in-
terno e per tutte le piazze del mondo; non fu piü cosi quando la
loro fabbricazione venne introdotta negli altri paesi. Anzi di mano
in mano che i possessori del nuovo manufatto prendevano terreno
avanzavano considerevolmente, e perciü lo imponevano prima a loro
medesimi, poi al di fuori, e finivano col combattere e coll’annientare
la nostra produzione. Infatti ancora nel 1815 erano due le fabbriche
di specchi a Murano, dopo tale epoca ne restava una sola, passata
dagli ultimi Motta nella Ditta Lorenzo Zecchin, finche nell’ anno
1840 quest’ ultima pure si spense. Per altro devo dire per amore
di veritä che la nostra fabbricazione non fini indecorosamente, eioe
senza tentare, sebbene un po’troppo tardi, di mettersi in via di pro-
gresso, perche 1’ industria potesse in qualche modo sopravvivere.
E qui conviene toccare, almeno di volo, gli avanzamenti fatti
dallo straniero nella fabbricazione degli specchi, al conseguimento