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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 8, Gruppo I: Industria mineraria in Italia. - Industria del ferro In Italia. - Montanistica e fucine

MOATAiNlSTIGA E FUCINE 131 
ad una pazienza inesauribile; bene spesso lo costringe a posizioni forzate 
die neutralizzano i suoi movimenti e diminuiscono il suo effetto utile. L’in- 
venzione di un mezzo meccanieo atto ad essere sostituito al braccio dell’uomo 
in un lavoro tanto penoso deve quindi considerarsi, anche facendo astrazione 
da considerazioni econoniiche, come un beneficio per l’umanitä. 
I tentativi fatti a tale scopo non diedero risultati positivi sino a questi 
Ultimi tempi. I numerosi modelli di macchine proposte si possono dividere in 
perforatrici a rotazione ed in perforatrid a percussione. 
Le prime imitano il lavoro del trapano dei falegnami e dei lavoratori di 
metalli. In esse lo scalpello preme contro la roccia ed e animato da un ra- 
pido movimento di rotazione; le seconde imitano il lavoro della perforazione 
a fioretto e mazzetta, ma ordinariamente Ia percussione invece di agire sullo 
scalpello la cui punta aderisce alla roccia, e esercitata mediante Io scalpello 
stesso che e slanciato contro la roccia, con simultaneo moto rotatorio di 
una porzione di giro ad ogni colpo, onde si ottiene la rotonditä dei foro e 
si facilita l’estrazione dello scalpello. Questa differenza del lavoro meccanieo 
dal lavoro a mano permette un uso molto migliore ed un minor consumo 
degli scapelli. La polvere ed i frantumi della roccia successivamente disa"-- 
gregata vengono esportati dal foro a mezzo di un getto d’aequa convenien 
temente diretto il quäle impedisce allo scalpello di riscaldarsi e ne mantiene 
meglio la tempera. 
L’una e l’altra classe di perforatrici presentano vantaggi particolari. Cosi 
le perforatrici a rotazione agiscono senza urto, ed offrono minori cause di 
rottura nelle trasmissioni meccaniche, ma da un altro lato Io scalpello della 
macchina a percussione e piü semplice. Queste ultime diedero finora risultati 
piü soddisfacenti e si sono piü generalmente estese nella pratica, mentre Ic 
prime non paiono soddisfare che nelle rocce meno dure. Tuttavia anche di 
queste si farä un breve cenno riservando alle ultime un esame piü partico- 
lareggiato. 
Perforatrici a rotazione. 
Alcune di queste sono mosse a mano, altre a mezzo dell’acqua o dell’aria 
compressa. Fra le prime citeremo la perforatrice Lisbet (i) Ia quäle si 
compone di un telaio in ferro, cui si adatta internamente il portascalpello 
e lo scalpello stesso o trapano. II telaio porta una Serie di fori che pennet- 
tono di fissare il trapano all’altezza che si desidera. Lo strumento a dsce al 
modo dei trapani dei falegnami, e consiste in una lamina di acciaio fog<nata 
ad elice, Ia quäle per la sua forma facilita la sortita della polvere prove- 
niente dalla perforazione. L’apparecchio non e molto voluminoso; un solo 
operaio basta per maneggiarlo. Questa perforatrice fu sperimentata nelle mi 
niere di Montchanin in Francia ed e anche usala al Creuzot nelle arenaric 
argillose e negli scisti. 
La per [brüh icc Imii bia, /■ uv cf c b) e pure a mano? si comj)onc 
Cl) Bulletin de la Socic'16 de 1’Industrie Minerale, 1S61. 
(2) Detto 1868,
	        
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